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Co-working

19 novembre 2020

Diciamolo in italiano: lavoro in condivisione, colavoro

  • [IT]: Attività di lavoro caratterizzata dalla compresenza in uno spazio fisico condiviso di più liberi professionisti che collaborano tra di loro anche in remoto, mettendo reciprocamente a disposizione le proprie competenze specifiche; in senso concreto, lo spazio fisico da condividere con altre persone per condurre un'attività lavorativa improntata alla collaborazione. (Fonte: Treccani)

  • [EN]: The use of an office or other working environment by people who are self-employed or working for different employers, typically so as to share equipment, ideas, and knowledge. (Fonte: Lexico powered by Oxford)

Di cosa parliamo

Dall'inglese coworking o co-working (originariamente aggettivo), composto dal verbo (to) work (lavorare), con l'aggiunta del prefisso co-, il termine si riferisce ad una forma di lavoro che prevede la condivisione di un medesimo spazio lavorativo e/o di alcuni servizi tra professionisti e la collaborazione tra essi – anche da remoto – mettendo reciprocamente a disposizione le proprie competenze e le proprie idee.

Il concetto nasce nel 2005 a San Francisco per opera di un programmatore informatico creatore del “San Francisco coworking space", un locale arredato per condividere, con altri professionisti, spazi, connessione e servizi, contenendo i costi.

Parte del successo deriva dal fatto che il lavoro in condivisione consente di sfuggire all'isolamento del lavoro da casa e alle distrazioni dell'ambiente domestico e di recuperare le sinergie che tipicamente si vengono a creare con i colleghi quando si lavora in uno stesso luogo. In particolare, sono i liberi professionisti a trovare negli spazi condivisi (conosciuti come spazi cowo) una soluzione che permette loro di lavorare in modo indipendente sui propri progetti, in un ambiente organizzato e a contatto con altre persone. Tra i diversi vantaggi del colavoro c'è anche la possibilità di operare a costi decisamente più contenuti rispetto agli uffici tradizionali, grazie alla condivisione delle spese e del materiale. Molto spesso gli ambienti di colavoro sono ampi e senza pareti (open space), il che permette ai coworker di confrontarsi con gli altri colleghi durante il lavoro o in momenti di pausa e di sviluppare e condividere idee lavorative in grado di aumentare la produttività.

Il modello sta diventando popolare anche in Italia, dove è approdato per la prima volta a Milano nel 2008. Le regioni in cui il coworking è più diffuso sono, nell'ordine, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Piemonte. Attualmente, i coworker sono in maggioranza uomini, per il 53% liberi professionisti (free lance) e per il 39% imprenditori, dipendenti di grandi società e startupper. Spendono in media 25 euro al giorno o 263 euro al mese per l'utilizzo dello spazio di lavoro. L'84% di coloro che hanno lavorato per un anno in modalità di condivisione intende proseguire l’esperienza per almeno un altro anno.

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