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Il monitoraggio del Colaf in vista della Conferenza sui nuovi sistemi anti-frode di Roma

21 aprile 2015

(articolo di Italia Oggi)   


L'Italia allunga (troppo) le mani sui finanziamenti europei: nel 2013, infatti, sono state riscontrate 465 irregolarità per un impatto finanziario pari a 34 milioni di euro ed è stato alzato il velo su 280 frodi del valore di 56,7 milioni. Nel contempo, però, l'attività di prevenzione degli illeciti nel nostro paese è pronta a fare un salto in avanti, attraverso la realizzazione di una «piattaforma tecnologica» in grado da un lato di accentrare in una sola banca dati tutte le informazioni relative ai beneficiari di sovvenzioni pubbliche di origine nazionale e comunitaria e, dall'altro, mediante opportuni collegamenti telematici, di raffrontare tali elementi con altri strumenti digitali per «elaborare specifici indicatori di rischio». È quanto il Colaf, Comitato per la lotta contro le frodi del dipartimento delle politiche europee della presidenza del Consiglio dei ministri, ha fatto sapere in anteprima a Italia Oggi, in vista della conferenza sui nuovi sistemi informatici anti-frode che si svolgerà a Roma domani e giovedì.

Le fette più succulente della «torta» di risorse provenienti da Bruxelles sono i Fondi strutturali e le coperture economiche della Politica agricola europea (Pac), viene messo in evidenza nei documenti che verranno illustrati alla presenza, fra gli altri, di rappresentanti dell'Anac (Autorità anticorruzione), della Guardia di finanza e dell'Agenzia delle dogane; per quanto concerne la prima fonte, in particolare «le regioni del Sud, quelle dell'ex Obiettivo 1, dispongono di una quantità di finanziamenti più elevata, e indubbiamente in proporzione nel Mezzogiorno si registrano molti più casi di irregolarità, rispetto ad altre aree della penisola», laddove la sola Calabria colleziona il numero più alto di segnalazioni all'Olaf, l'Ufficio comunitario per il contrasto a tali fenomeni, perché su un totale nazionale di 383 può «vantarne» 160, di cui 26 nel quadro della programmazione 2000/2006 e le restanti 134 riconducibili a quella successiva, del periodo 2007/2013.

A tal proposito, «si lavora per fermare immediatamente l'erogazione dei finanziamenti, una volta scoperte le irregolarità», perché «quando le somme fuoriescono è poi difficile recuperarle». Qualche progresso in vista dell'attuazione della nuova strategia di controllo informatico programmata è stato, però, già compiuto, giacché nel 2013, sempre in relazione ai Fondi strutturali, il danno a carico della collettività è stato limitatamente arginato: rispetto, infatti, ad un ammontare complessivo di 24,4 milioni frodati, i beneficiari ne hanno ricevuti 17,4 milioni, dunque la differenza (pari al 29%) delle somme non finite nelle tasche di chi ha commesso degli illeciti potrebbe, a giudizio del Colaf, «esser frutto di adeguati sistemi di accertamento che hanno consentito di individuare l'irregolarità ancor prima che si provvedesse a pagare, in tutto o in parte, la provvidenza comunitaria».

La strada tracciata sembra incoraggiante a Sandro Gozi, sottosegretario agli affari europei, per il quale nello scenario della lotta alle frodi l'Italia «è un punto di riferimento in Europa» e il fatto che da noi si registri una quantità elevata di segnalazioni «vuol dire che esiste un efficace sistema di contrasto, riconosciuto pure a Bruxelles». Occorre, tuttavia, «evitare che anche un solo euro arrivi» nelle mani sbagliate e far sì che, invece, le risorse «contribuiscano a favorire crescita e occupazione, cioè gli obiettivi cui sono destinate». Traguardi da raggiungere, secondo Gozi, con «un sempre maggiore coordinamento tra le amministrazioni».
di Simona D'Alessio

frodi europee
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