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Giornata Internazionale della Donna 2021

8 marzo 2021

L'8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna.

In una prospettiva europea, quest'anno abbiamo deciso di accendere i riflettori sulle donne che hanno "fatto l'’Europa", investendo gran parte della loro esistenza nella costruzione di un'Europa unita e in pace, e che tuttavia sono rimaste nell'ombra della storia.

E' importante, in questa Giornata, rendere omaggio all'impegno, troppo spesso misconosciuto, delle pioniere che insieme agli uomini hanno contribuito a rendere questa Europa possibile. 

Le madri fondatrici

Abbiamo preso spunto da una ricerca di Maria Pia Di Nonno scaturita dal progetto "Le Madri Fondatrici dell’Europa" (Università La Sapienza di Roma), che è poi diventata libro e mostra itinerante.

L'autrice ci conduce sulle tracce di nove "Eurodonne" straordinarie:

  • Ursula Hirschmann - Tedesca, antifascista, diffonde in Italia il Manifesto di Ventotene, organizza il primo incontro del Movimento Federalista Europeo e fonda il gruppo "Donne per l’Europa". 
  • Ada Rossi - Italiana, partigiana, diffonde il Manifesto di Ventotene e promuove attivamente le attività del movimento Giustizia e Libertà.
  • Louise Weiss - Giornalista e politica francese, apre la seduta inaugurale del Parlamento Europeo eletto per la prima volta a suffragio Universale (1979) e fonda la rivista L'Europe Nouvelle, la Nouvelle Ecole de la Paix e il movimento La Femme Nouvelle.
  • Eliane Vogel-Polsky - Giurista e accademica belga, è grazie a lei se la questione della diretta applicabilità dell'art. 119 del Trattato Istitutivo delle Comunità Economiche Europee, relativo alla parità salariale, giunge alla Corte di Giustizia della CEE.
  • Maria De Unterrichter - Italiana, è tra le ventuno donne elette alla Assemblea costituente ed è sostenitrice della causa delle donne, dell'educazione e dell'Europa.
  • Sophie Scholl: Studentessa tedesca, uccisa dalla polizia nazista per aver distribuito volantini del Gruppo "La Rosa Bianca" che inneggiavano alla pace tra i popoli europei.
  • Fausta Deshormes La Valle - Italiana, caporedattrice della rivista "Giovane Europa" (organo della Campagna Europea della Gioventù) e Responsabile dell'Ufficio Informazione Donne della Commissione europea.
  • Sofia Corradi - Italiana, promotrice del Programma Erasmus e vincitrice nel 2016 del prestigioso Premio Carlo V.
  • Simone Veil - Politica francese, prima donna ad essere eletta Presidente del Parlamento europeo, votato dal 1979 a suffragio universale.

La ricerca non è esaustiva, si tratta di "un lavoro da continuare", come suggerisce il titolo dell'ultimo capitolo del libro. Ritrovare e ricercare le storie di queste pioniere – avverte l'autrice – non è stato facile. Solo alcune di loro hanno lasciato memorie e scritti e, ancora, solo alcune di loro hanno avuto l'accortezza di raccogliere documenti ufficiali e di donarli ad archivi storici. C'è qualcosa, inoltre, che lega queste storie, apparentemente lontane ma in realtà ispirate da un principio comune: proteggere quel progetto di pace affinché la guerra – che tutte loro avevano vissuto – non insanguinasse più l'Europa, e investire le proprie energie per trovare strumenti concreti e far sì che le cittadine e i cittadini europei sentissero l'Europa sempre più vicina alle proprie esigenze.

Senza anche il loro impegno e la loro motivazione – come ricorda il  portale "Europa" a proposito di EU Pioneers – non potremmo vivere nel contesto di pace e stabilità che oggi diamo per scontato. Combattenti della resistenza, avvocate, giornaliste, insegnanti, parlamentari, che al progetto europeo lavorarono instancabilmente, qualcuna di loro riuscendo anche a viverne, con gioia, traguardi importanti. Come Louise Weiss, eletta europarlamentare a 86 anni, che presiedette la seduta di apertura del primo Parlamento europeo a suffragio universale diretto, il 17 luglio 1979.  E pronunciò un discorso [FR] pieno di poesia, passione e speranza, considerato di una bellezza finora insuperata.

Per le loro convinzioni europeiste e pacifiste molte hanno pagato un alto prezzo personale: Ursula Hirschmann ha conosciuto l'esilio, Ada Rossi è stata inviata al confino per la sua attività antifascista; altre, come Simone Veil, dopo essere scampate all'orrore dell'Olocausto e alle persecuzioni razziali sono approdate alla convinzione che l'unità dell'Europa e la riconciliazione tra i sopravvissuti fossero l'unica risposta in grado di restituire una speranza alle future generazioni.

Partendo da storie, Paesi e sensibilità differenti, tutte hanno creduto in un'Europa accogliente, plurilingue e multiculturale, non timorosa delle diversità ma capace di integrarle e di arricchirsene. Louise Weiss ha cominciato a parlare e a scrivere di moneta unica e mercato comune, quando ancora – un secolo fa – l'Europa era nel mezzo di una sanguinosa Grande Guerra che avrebbe fatto milioni di morti. Ada Rossi e Ursula Hirschmann hanno contribuito a scrivere, a trafugare e a diffondere quello che ormai è un classico del pensiero politico del Novecento, il Manifesto di Ventotene. Simone Veil è stata presidente del primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale nel 1979 e ha subito posto all'Assemblea l'obiettivo altissimo della creazione di una "Europa della solidarietà, dell'indipendenza, della cooperazione". 

Come ha scritto l'ex Presidente del Senato Pietro Grasso: "Non dobbiamo farci ingannare dal fatto che a Roma, il 25 marzo 1957, nessuna di queste donne, e neppure qualcun'altra, fosse presente alla firma dei Trattati. Come attestano da tempo i migliori studi e ricerche (…), il contributo femminile al processo di unificazione è stato importante non solo dal punto di vista teorico e politico, ma anche nella costruzione affettiva e sentimentale di un’identità europea in cui tutti i cittadini, uomini e donne insieme, potessero riconoscersi e sentirsi 'a casa'. E' un contributo degno di essere maggiormente conosciuto, valutato e apprezzato, per restituire a queste pioniere il ruolo che meritano, e ampiamente, nel Pantheon dell'Europa".

[Fonte: Pubblicazione del Senato della Repubblica "Donne che hanno fatto l’Europa"].



 

 

 

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