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Nessuna spesa in caso di parto d'urgenza in altro Stato UE

27 marzo 2012

Un parto avvenuto d'urgenza in uno Stato dell'Unione Europea diverso dal proprio non comporta alcuna spesa se non il ticket ospedaliero previsto dal Paese anche per i propri cittadini. Il principio, oltre che di buon senso, è avvalorato anche da due regolamenti europei, l'883/2004 e il 987/2009.

Il SOLVIT Italia ha seguito il caso di una coppia italiana in vacanza a Vienna. La donna improvvisamente ha dovuto affrontare un parto prematuro d'urgenza in un ospedale della città austriaca. Tutto si è risolto per il meglio ma poco tempo dopo, una volta tornati in Italia, la coppia ha ricevuto dall'ospedale il conto della degenza di quattro giorni del neonato: 3700 euro.

Come noto, ogni cittadino europeo può godere dell'assistenza sanitaria in qualunque paese UE esibendo semplicemente la TEAM, la tessera sanitaria europea.

Il bambino, registrato presso l'ufficio nascite dell'ospedale di Vienna, ha ottenuto la registrazione presso il servizio sanitario italiano solo nei giorni immediatamente successivi al rientro in Italia della coppia. Ma l'assenza della TEAM per il neonato costituisce un'eccezione che le autorità austriache avrebbero dovuto considerare.

Infatti, due regolamenti europei, l'883/2004 (art. 19) e il 987/2009 (art. 25) disciplinano le prestazioni mediche a cui può accedere una persona assicurata quando dimora in uno Stato membro UE diverso dal proprio e sottolinea come tali prestazioni vanno garantite anche ai familiari della persona assicurata. La mancata registrazione presso il Servizio sanitario nazionale e quindi il mancato perfezionamento della procedura di registrazione in Italia del neonato come appartenente alla famiglia non deve costituire un alibi perchè il Regolamento 883/2004 (articolo 1, lettera i) fa ricomprendere nella definizione di familiare "qualsiasi persona definita o riconosciuta come componente il nucleo familiare": e un bambino appena nato non può che esserlo.

Una tesi sostenuta dal SOLVIT italiano e austriaco che hanno convinto le autorità di Vienna a decidere che le spese devono essere sostenute nell'ambito del servizio sanitario austriaco e che devono essere pagate solamente le spese di ticket ospedaliero. Tutto in appena 45 giorni.

Solvit
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