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«Infrazioni e frodi, cala il contenzioso»

19 febbraio 2016

(intervista del Sole 24 Ore al Sottosegretario Gozi)

«L'Italia i compiti a casa li ha fatti, l'Europa no» aveva detto mercoledì pomeriggio in Senato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, prima dell'intervento a dir poco critico del senatore, ed ex premier, Mario Monti, secondo il quale il Governo con la sua azione «non manca occasione di denigrare l'Ue». Ma a due anni dal suo insediamento con quali numeri si presenta davvero il nostro Esecutivo al Consiglio europeo chiamato a chiudere un accordo per scongiurare la Brexit? Lo abbiamo chiesto a Sandro Gozi, 47 anni, sottosegretario con delega alle Politiche europee. «In questi due anni - risponde Gozi - la Presidenza del Consiglio ha rafforzato tutti gli strumenti di coordinamento della politica europea, che consideriamo una parte centrale della nostra politica interna, ottenendo risultati fattuali che la stessa Commissione e il Parlamento europeo ci hanno riconosciuto».

Parla della riduzione delle procedure d'infrazione cui ha fatto riferimento Renzi?
Anche a quelle ma non solo. Intanto le procedure di infrazione sono attualmente 91, il numero più basso degli ultimi vent'anni, quando Monti ha lasciato erano 104 e con Letta erano salite a 119. Siamo tra i Paesi che, in termini relativi, ha migliorato di più questo profilo di contenzioso.

Come ci siete arrivati?
Lavorando in più stretto contatto con Bruxelles e facendo più gioco di squadra a Roma. I cosiddetti Ue pilot, ovvero il precontenzioso su specifici dossier, sono oggi 102 mentre erano 140 quando siamo arrivati, nel febbraio-marzo 2014. Ma abbiamo anche ampliato gli strumenti dicevo. Da una legge comunitaria all'anno siamo passati a una legge di delegazione europea e una legge europea per semestre, cioè a quattro all'anno; abbiamo intensificato le consultazioni con la Commissione nella fase ascendente, quella che poi porta all'adozione delle direttive, formalizzando la posizione dell'Italia preventivamente su ogni singolo tema. Prima il Governo non era presente a questi tavoli ora lo è sistematicamente. Nel 2015 ne abbiamo fatte 11. Abbiamo attualmente in corso sei consultazioni su dossier che spaziano dalla base imponibile comune sulle imposte societarie alla proprietà intellettuale e al digitale.

L'Italia non ha una formidabile immagine sul fronte delle frodi comunitarie.
Vero. Ma anche su questo fronte abbiamo fatto molto. I casi di frode sull'utilizzo dei fondi europei sono calati dell'8% nel 2014 e del 20% nel 2015. Abbiamo evitato una perdita per circa 40 milioni di euro. Il lavoro fatto su questo fronte non riguarda solo l'analisi delle procedure ma anche la trasparenza: abbiamo pubblicato sui nostri siti l'elenco dei beneficiari dei fondi Ue.

La lunga trattativa sul decreto banche ha dimostrato che il fronte aiuti di Stato resta caldissimo.
In questo momento abbiamo sei casi importanti aperti per presunta violazione delle norme Ue sugli aiuti di Stato, il più rilevante riguarda l'Ilva. Io mantengo rapporti continui con la commissaria Margrethe Vestager e al Dipartimento stiamo creando una direzione generale per rafforzare il coordinamento con tutte le amministrazioni sugli aiuti di Stato e il partenariato con la Commissione.
Davide Colombo

frodi europee , aiuti di stato , infrazioni
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