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Piano Juncker, l'Italia non molla «Con Parigi si troverà l'accordo»

20 maggio 2015

(intervista di QN al Sottosegretario Gozi)  
 

Sottosegretario agli affari europei Sandro Gozi, sembra che ci sia una sollevazione contro le quote di redistribuzione degli immigrati nell'Unione Europea. La Francia è intenzionata a fare muro?
«Ho preso parte, in quanto rappresentante dell'Italia, al Consiglio degli affari generali dell'Unione. C'è stata una partecipazione attiva della delegazione transalpina. C'è una posizione francese che chiede di lavorare su criteri e parametri di redistribuzione dei rifugiati, senza parlare di quote comunitarie».

Sono stati contati 11 Paesi contrari alle quote su 28.
«Oggi (ieri per chi legge, ndr) c'è stata una maggioranza sulla proposta della Commissione. E stato il primo passo del negoziato».

Su quali punti si tratterà?
«Sui criteri e sulle modalità della redistribuzione. Per noi resta un obiettivo valido. Sul punto abbiamo il sostegno pieno della Germania. La Francia ha mostrato la volontà di lavorare per un compromesso».

Il fronte dei contrari alle quote obbligatorie di migranti è ampio. Comprende i Paesi baltici, la Polonia, l'Ungheria...
«Sì, però, per fare un esempio, la Lettonia ha chiesto di rivedere un po' i criteri, ma si è detta aperta sul tema della redistribuzione. Io credo che ci si possa lavorare. Anche i Paesi più reticenti si rendono conto che è molto difficile per loro rifiutare il principio della solidarietà».

L'Italia appoggia la proposta della Commissione senza riserve?
«E' molto avanzata e riprende tutte quello che avevamo suggerito nel semestre italiano di presidenza dell'Unione. Frontex di fatto viene trasformata in una sorta di operazione Mare Nostrum. La Commissione ha delineato un pacchetto di emergenza».

Per alleggerire i Paesi più gravati dalla marea di profughi.
«Sono quattro. L'Italia, la Germania, la Francia e la Svezia ospitano fra il 60 e il 70 per cento dei richiedenti l'asilo. Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) nessuno ha messo in discussione il fatto che occorra una politica di solidarietà per quanto riguarda l'emergenza».

L'arrivo di Frontex, dell'Europol e dell'Easo, l'agenzia europea per l'asilo, sul territorio italiano non ha il sapore del commissariamento?
«No, sono un passo avanti. Sono il sostegno che avevamo richiesto assieme a più fondi e a un maggiore impegno per la ridistribuzione di chi chiede l'asilo. In ogni caso la proposta definitiva della Commissione arriverà entro la fine della settimana».

È ottimista o pessimista?
«Né l'uno né l'altro, solo coraggioso e determinato».
Lorenzo Bianchi

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