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Gozi: "L'egoismo della Lega non risolve l'emergenza profughi"

4 agosto 2015

(Intervista del Giornale di Brescia al Sottosegretario Gozi)


Solidarietà. Una parola per descrivere la sfida presente e futura dell'Unione Europea. Sandro Gozi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, arriva a Brescia per parlare di immigrazione e di nuova governance europea.

Ministro, in tutta Europa stiamo assistendo ad una vera e propria emergenza immigrazione. Disordini a Calais, muri eretti sul confine meridionale dell'Ungheria, tensioni tra Italia e Francia. La situazione sta sfuggendo di mano?
Innanzitutto occorre più coerenza da parte di tutti gli Stati. Ad esempio Londra ha una clausola di opting out, ovvero può chiamarsi fuori dal trattato di Schengen, ma adesso ha scoperto di colpo che esiste un'emergenza immigrazione e chiede l'aiuto dell'Europa. Per quanto riguarda, invece, le tensioni tra Italia e Francia, tra Mentone e Ventimiglia sono una prova di grande debolezza. Non è stata una bella pagina della politica europea. Per quanto riguarda l'Ungheria credo che chi governa a Budapest stia andando in direzione opposta ai valori in cui il governo italiano crede. Erigere nuovi muri porta solo ad un'Europa più divisa in cui prevalgono spacciatori di demagogia. Ciò che serve all'Europa è ritrovare uno dei suoi valori fondanti, la solidarietà.

Anche in Italia c'è chi invoca il giro di vite inglese. Maroni e la Lega Nord appoggiano anche quei sindaci che rifiutano di accogliere i profughi. Cosa ne pensa?
Si tratta di una politica autolesionista. La Lega Nord non vuole l'Unione Europea e lo fa contro l'interesse dell'Italia. Maroni è stato il primo nel 2011 a chiedere l'attivazione del meccanismo d'emergenza per rispondere all'immigrazione e sa benissimo che con il premio ai Comuni più egoisti non si risolve nessun problema. Siamo di fronte ad un fenomeno transnazionale a cui si può dare risposta solo con un'azione europea. Far credere che la cosa si possa risolvere dall'oggi al domani significa illudere la gente.

Il governo cosa fa?
Abbiamo per la prima volta abbiamo attivato il meccanismo di emergenza. L'accordo è stato trovato tra Italia, Svezia e Germania che fino ad un anno fa si attaccavano con accuse reciproche. Aggiungo poi che i muri interni all'Unione non servono, piuttosto l'Italia è riuscita a farsi riconoscere a livello comunitario il fatto di essere frontiera esterna. Ora l'operazione Triton, che ha sostituito Mare Nostrum sta funzionando. C'è poi l'impegno del governo a dare maggiore autonomia ai sindaci per quanto riguarda la rete Sprar e la sua capillarità nei territori.

Resta il fatto che a livello locale la tensione è altissima cosa ne pensa?
I due sentimenti da contrastare sono la paura e il fastidio che in qualche modo testimoniano anche un fallimento delle politiche di integrazione fino a questo momento. Sulla paura dico che sia normale aver paura dell'Isis, ma che chi scappa dalla Siria scappa proprio da questi nazisti islamici. Per queste ragioni non si può provare fastidio verso queste persone. Certo poi nelle politiche di integrazione serve mettere in campo una sorta di scambio, l'accoglienza deve coincidere con l'accettazione dei nostri valori repubblicani. Mi riferisco alla libertà d'espressione e di stampa, alla parità tra uomo e donna: tutto ciò che è contenuto nella nostra Costituzione.

Non pensa che qualcosa non funzioni comunque?
A livello europeo dieci anni di crisi hanno indebolito il concetto di solidarietà, lo si vede sull'emergenza immigrazione ma lo dimostra anche la questione economica: dobbiamo recuperare i valori di fondo per cui è nata l'Unione europea. Nei nostri territori invece dobbiamo uscire allo scoperto e smettere di usare due pesi e due misure. Se nel Bresciano ci sono tanti immigrati vi sono degli svantaggi, ma anche tanti vantaggi: penso alle migliaia di badanti che vivono nelle nostre famiglie. È bene ricordarsi sempre delle ragioni di fondo per la presenza degli immigrati nelle nostre comunità.
Carlo Mozzi

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