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Lockdown

10 aprile 2020

Diciamolo in italiano – chiusura o blocco totale, segregazione, confinamento, serrata, (misure di) distanziamento sociale

▪ [IT] - Misura di emergenza per cui chi si trova all'interno di un edificio quale una scuola, un ospedale, un'abitazione vi rimane confinato per un periodo di tempo

▪ [EN] - A security measure in which those inside a building such as a prison, school, or hospital are required to remain confined in it for a time


Di cosa parliamo?

Il termine inglese – o piuttosto americano, lockdown, scritto anche lock down – deriva da to lock, chiudere a chiave. Se i dizionari correnti lo riferiscono alla sola chiusura all'interno di edifici, sempre più questo termine è passato a indicare un protocollo d'emergenza, che consiste nell'impedire a persone o informazioni di lasciare una determinata area. Di solito il protocollo viene impiegato d'autorità in situazioni d'emergenza, quindi può essere utilizzato sia per proteggere le persone all'interno di una struttura (o un sistema informatico da minacce o eventi esterni), sia per fronteggiare situazioni di pericolo che potrebbero comportare particolari rischi per la salute e/o per la sicurezza pubblica.

Non sono rari gli eventi storici in cui abbiamo conosciuto un blocco totale: nel settembre 2001, sulla scia degli attacchi dell'11 settembre alle Torri Gemelle, fu disposta una chiusura di tre giorni dello spazio aereo civile americano; nell'aprile 2013, l'intera città di Boston fu bloccata durante la caccia ai sospettati dell'attentato alla maratona. La stessa cosa occorse a Bruxelles nel novembre 2015, quando la città rimase chiusa per giorni mentre i servizi di sicurezza cercavano i terroristi coinvolti negli attacchi di Parigi.

Ma mai la serrata aveva interessato tanti Paesi e persone come a causa della pandemia da Covid-19. Il 30 gennaio 2020 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dichiara emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale l'epidemia del nuovo coronavirus sviluppatasi in Cina. Da allora – non esistendo né cure né vaccini – si sono moltiplicate nella quasi totalità dei Paesi le disposizioni per la prevenzione e il contenimento del contagio.

Tra queste, le misure di distanziamento sociale, che l'Istituto Superiore di Sanità italiano definisce come "diversi tipi di intervento, che vanno ad aggiungersi ad altri provvedimenti come la promozione di una maggiore igiene delle mani o l'utilizzo di mascherine: i più comuni sono l'isolamento dei pazienti, l'individuazione e la sorveglianza dei contatti, la quarantena per le persone esposte, la chiusura delle scuole e dei luoghi di lavoro o l'adozione di metodi per lezioni scolastiche/universitarie e lavoro a distanza. Inoltre vanno anche considerati i provvedimenti che limitano l'assembramento di persone, come le manifestazioni sportive, fino ad arrivare alla restrizione dei viaggi internazionali".

Il governo italiano – in seguito ai primi provvedimenti cautelativi adottati dal 22 gennaio 2020, tenuto conto del carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia – ha proclamato lo stato di emergenza ed esteso a tutto il territorio nazionale le misure di contenimento del virus (DPCM 8 e 9 marzo 2020), imponendo ai cittadini un confinamento nelle loro abitazioni al fine di ridurre il contatto con altri, la chiusura di tutte le attività produttive salvo quelle indispensabili, e la limitazione degli spostamenti ai soli casi di comprovata necessità lavorativa, di salute o di natura eccezionale. Gli ulteriori decreti hanno inasprito le misure, proibendo qualsiasi tipo di assembramento in luogo pubblico, manifestazione o evento sportivo, e vietando l'allontanamento dai territori comunali, provinciali, regionali. È consentito uscire dalle proprie abitazioni solo per l'approvvigionamento di generi alimentari o farmaceutici, per esigenze lavorative, motivi di salute o situazioni di necessità, dimostrabili con autocertificazione.

Aggiornamento del 1 gennaio 2022
"Ricordo la sensazione di impotenza e di disperazione che respiravamo nei primi mesi della pandemia di fronte alle scene drammatiche delle vittime del virus. Alle bare trasportate dai mezzi militari. Al lungo, necessario confinamento di tutti in casa. Alle scuole, agli uffici, ai negozi chiusi. Agli ospedali al collasso."
Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, Messaggio di fine anno, 31 dicembre 2021

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