8° Seminario a Londra su StratCom promosso dal governo britannico e dal Club di Venezia
25 marzo 2025
Per l'ottavo anno consecutivo, Londra ha ospitato - nei giorni 12 e 13 marzo scorsi - il Seminario sulla Comunicazione strategica (StratCom), organizzato come sempre dall'Ufficio comunicazione del governo britannico insieme al Club di Venezia. Si tratta di un forum di "comunicatori istituzionali" a livello UE ed extra-UE che al momento non ha eguali, in termini di varietà dei soggetti coinvolti, specificità dei temi trattati e qualità dei contributi presentati.
Titolo dell'edizione 2025: "Rafforzare la cooperazione nella comunicazione di crisi, contrastare le minacce di influenze straniere e la manipolazione delle informazioni, integrare l'IA nelle strategie comunicative".
Obiettivi del seminario: (si veda anche il programma dei lavori):
- Condividere analisi e proposte sui temi in agenda
- Proseguire la riflessione sui modelli di cooperazione europea per migliorare la comunicazione strategica (ad es. progettando campagne digitali integrate per comunicare piani, politiche, procedure e processi politici)
- Affrontare la rivoluzione dell'IA mantenendo una comunicazione incentrata sulla persona umana
- Monitorare le tendenze comportamentali e individuare i nuovi bisogni e le aspettative dei cittadini per aumentare la capacità delle istituzioni di coinvolgerli attivamente
- Esplorare nuove possibilità di sinergie tra piattaforme digitali (governative e non) e con comunità digitali specializzate, e di promozione dell'alfabetizzazione digitale.
Dal dibattito, qualificato e ricco di approfondimenti, sono emersi i seguenti punti principali:
- Disinformazione e sicurezza nazionale: la disinformazione non è solo una minaccia alla democrazia, ma anche un costo economico crescente per i governi (che giustifica i costi che bisogna sostenere per combatterla).
- Ruolo dell'educazione e del giornalismo: l'indipendenza degli insegnanti e dei giornalisti è cruciale per contrastare la manipolazione informativa.
- Utilizzo dell'intelligenza artificiale: un'opportunità per migliorare la comunicazione, ma con rischi legati alla fiducia e alla concentrazione del potere tecnologico.
- Gestione delle crisi e trasparenza istituzionale: comunicare chiaramente con i cittadini e spiegare le scelte politiche è fondamentale per rafforzare la fiducia nelle istituzioni.
Inoltre, molti relatori hanno auspicato una maggiore cooperazione tra governi, media, accademia e settore privato per garantire un'informazione trasparente e resiliente nell'era digitale.
Sintesi dei lavori
È stato questo il tema qualificante della sessione inaugurale del 12 marzo, in cui è stato riconosciuto come cruciale – in un panorama comunicativo segnato dalle minacce russe, dalla guerra e dagli attacchi alla sfera informativa – l'impegno ad unire gli sforzi, tra tutti i Paesi e gli attori coinvolti, per garantire l'accuratezza dell'informazione e la sicurezza nazionale nel nuovo contesto geopolitico.
Con particolare soddisfazione è stato accolto il ruolo attivo svolto dal governo britannico, insieme all'Unione europea, nella lotta contro la disinformazione.
Il giorno seguente – a proposito di modelli di cooperazione internazionale – è stata presentata una analisi aggiornata del riuscito progetto britannico RESIST. Alcuni relatori hanno evidenziato la necessità di indipendenza nella lotta alla disinformazione. È stato riconosciuto il valore di molti progetti finanziati dall'UE, ad esempio nell'ambito di Horizon, nel perseguimento di soluzioni efficaci. È fondamentale, in tal senso, l'adozione di un approccio basato sulla ricerca, con una visione e un linguaggio comuni, anche se per molti governi l'assenza di un adeguato quadro giuridico pone un problema di sostenibilità a lungo termine.
Discutendo di disinformazione e sicurezza nazionale, si è evidenziato il legame tra queste due tematiche, sottolineando come il costo della disinformazione debba essere valutato anche in termini economici, poiché è ormai riconosciuto come un rischio significativo dai principali forum economici internazionali. È importante che l'azione di contrasto coinvolga istituzioni, media e settore legale, senza trasformare il governo in un "ministero della verità".
Alcuni esperti hanno rimarcato la necessità di indipendenza dei docenti dal governo e da interessi privati, il ruolo cruciale dell'istruzione e del giornalismo nell'affrontare la disinformazione, l'importanza di strumenti digitali e del metodo "follow the money" per rintracciare contenuti sensibili.
E' stata inoltre sottolineata la rapidità di diffusione della disinformazione: il pubblico ormai ricerca storie e narrazioni coinvolgenti. Le piattaforme più utilizzate variano a seconda del Paese (ad es. Facebook in Romania, Telegram in Moldavia). Per i comunicatori istituzionali è sempre valida la nota regola aurea secondo cui un intervento precoce è meno costoso di una gestione tardiva della crisi.
Nella sessione dedicata all'intelligenza artificiale nella comunicazione, alcuni delegati hanno sollecitato una regolamentazione etica che consideri i benefici finanziari e l'impatto sugli esseri umani. Occorre che le istituzioni assumano esperti in IA per adattarsi alla nuova realtà, lavorando a un equilibrio tra uso di risorse umane (80%) e IA (20%).
L'IA può favorire la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, ma pone anche rischi legati alla fiducia e alla trasparenza.
Tra le principali questioni in campo:
- La necessità di tenere in considerazione i comportamenti spontanei dei cittadini
- La concentrazione del controllo tecnologico nelle mani di poche grandi aziende
- I conflitti di interesse tra attori pubblici e privati.
Per quanto riguarda le relazioni con l'industria del web, è stata evidenziata l'esigenza di sviluppare modelli metodologici sostenibili attraverso algoritmi adeguati, investire nello scambio di dati e nell'interconnettività e rafforzare la fiducia e la cooperazione tra industria del web, istituzioni e cittadini. La crisi reputazionale delle istituzioni è una sfida sempre più impegnativa e la mancanza di riconoscimento nei rapporti internazionali può compromettere la percezione pubblica. Occorre spiegare meglio ai cittadini il rapporto costi-benefici delle decisioni politiche e ripartire chiaramente la responsabilità dei diversi uffici nella gestione delle emergenze.