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Gozi: "Contrari a parametri su deficit strutturale definiti da oscuri comitati"

12 novembre 2014

"Un conto sono parametri e riferimenti", come il 3% del rapporto deficit/Pil e il 60% debito/Pil, "che continuiamo a ritenere possano essere utili come riferimenti da applicare però con flessibilità, tenendo conto delle situazioni economiche sociali reali di oggi e previste per domani. Altro, sono parametri astrusi elaborati in oscuri comitati, senza alcuna legittimità, senza alcun controllo, come ad esempio l'output gap, il parametro che dà una valutazione di fiducia o sfiducia sulle potenzialità reali di crescita di un paese". Alcuni di questi parametri, ha rilevato Gozi, vengono applicati per elaborare "l'andamento strutturale del deficit" e "noi non ci ritroviamo" perchè "riteniamo che ci sia un potenziale più forte di ripresa" dell'Italia "rispetto a quello che ritengono alcuni funzionari UE". Lo ha dichiarato oggi il Sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, nel corso dell'audizione alle Commissioni esteri e politiche UE di Camera e Senato dedicata agli esiti del Consiglio europeo del 23-24 ottobre scorso.

Molteplici i temi affrontati durante l'audizione. In materia energetica e ambientale, Gozi ha ricordato che "il costo dell'energia è una priorità per tutti gli stati membri, non solo per l'Italia. Abbiamo tenuto conto dell'aspetto costi soprattutto in uno dei settori che preoccupavano di più l'industria italiana, quelli non rientranti nel cosiddetto sistema Ets", come i piccoli impianti industriali, l'edilizia, l'agricoltura e i rifiuti e i servizi. "Sappiamo che l'obiettivo europeo entro il 2030 è di ridurre le emissioni del 30% rispetto ai valori del 2005. La ripartizione degli sforzi degli Stati Membri in questo settore deve essere ancorata al Pil procapite, con una forma di flessibilità affinché gli obiettivi per gli Stati Membri con un Pil procapite superiore alla media dell'UE siano adeguati per riflettere l'efficacia in termini di costi in modo equo ed equilibrato" spiega Gozi.

Gozi ha poi sottolineato come la Commissione UE sia impegnata su un "tema in cui crediamo: una base imponibile comune per le società commerciali. Ho parlato con la nuova Commissaria alla Concorrenza Vestager che mi ha confermato l'intenzione dell'esecutivo di lavorarci. L'ostacolo principale è l'unanimità. Dobbiamo fare tutto quanto possibile per eliminare almeno le forme più odiose di concorrenza fiscale. Se questo non fosse possibile almeno nella zona euro crediamo si possa andare avanti con delle cooperazioni rafforzate".

Da riavviare invece il dibattito in merito alla governance dell'euro: "Abbiamo ottenuto l'impegno da parte di Juncker insieme agli altri Presidenti di Bce, Consiglio e eurogruppo Draghi, Donald Tusk, e Dijsselbloem, a presentare un nuovo rapporto in merito proprio al Consiglio europeo di dicembre".

E sempre a dicembre è attesa una "valutazione della Commissione UE sulla prima fase di attuazione del Two Pack e Six Pack, delle nuove regole europee di sorveglianza multilaterale di squilibri macroeconomici eccessivi. Juncker non lo ha esplicitamente menzionato nelle proposte, ma mi aspetto che nel rapporto che farà dia anche una prima valutazione sull'applicazione e i risultati di queste nuove regole".

Infine, Gozi ha ribadito le grandi priorità rappresentate dal "completamento del mercato interno dei servizi, dell'energia e del digitale", auspicando entro il semestre italiano il raggiungimento di un accordo sul pacchetto Telecom, "una pietra angolare del mercato del digitale".

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