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"Soldi dalla UE per la prevenzione e aiuti sicuri alle imprese colpite"

27 agosto 2016

(Intervista del Sottosegretario Sandro Gozi a Il Giorno/IL Resto del Carlino/La Nazione)


L'Italia non chiederà a Bruxelles solo la liberà di spendere per coprire i danni del terremoto e gli interventi umanitari, eccezioni già previste dal fiscal compact, ma anche per avviare un piano d'investimenti volto alla messa in sicurezza del Paese rispetto ai rischi di catastrofi naturali come quella appena avvenuta. «La questione verrà posta», conferma Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli affari europei. «Finora l'atteggiamento della Commissione è stato costruttivo».

Pensate a un piano ampio?
«Dato il ripetersi di questi eventi a scadenze ravvicinate, il tema della prevenzione ci sembra molto urgente, come ha affermato il ministro Delrio. Il concetto è che gli investimenti preventivi per mettere in sicurezza il territorio si ripagano ampiamente quando avvengono eventi eccezionali come il terremoto di questi giorni, non solo sul piano umano ma anche sul piano economico. Più si spende prima e meno si spende dopo».

Quindi il piano potrebbe rientrare nel concetto di spese eccezionali, come quelle per riparare i danni del terremoto?
«Le spese relative al terremoto e agli interventi umanitari sono una tantum ed escluse dai limiti previsti per il raggiungimento degli obiettivi di bilancio. Su questo non ci sono dubbi. Se l'Italia si è impegnata a spendere 100 per rispettare il patto e invece spenderà 120 per colpa del terremoto, quei 20 non vengono computati. Il tema delle misure per la messa in sicurezza, invece, va oltre le regole già stabilite. Ma siamo decisi a porre la questione».

Quando?
«Il dibattito su tutti gli aspetti di questa vicenda si svilupperà nei prossimi mesi, a partire dal 15 ottobre, quando presenteremo la legge di bilancio. La Commissione lo prenderà in esame quando l'Italia lo presenterà, così come il Piano Casa Italia, che tratta a sua volta di misure preventive».

Nel frattempo si potrà accedere al fondo europeo di solidarietà...
«Certamente. Per attivare il fondo bisogna quantificare i danni diretti e questo spetta alla Protezione civile. L'Italia deve presentare la domanda entro 12 settimane e poi le risorse vengono stanziate. E una procedura molto celere, che dal 2002 è stata già attivata ben 70 volte in tutta Europa. Nel 2012, ad esempio, l'Emilia Romagna ha ricevuto 670 milioni per il ripristino delle infrastrutture, l'assistenza agli sfollati e la protezione del patrimonio culturale».

Ci saranno anche aiuti alle imprese?
«Questo è un tema molto delicato. Gli aiuti per rispondere alle calamità naturali sono previsti dai trattati, ma devono essere erogati correttamente alle imprese che dimostrano di aver subito un danno, altrimenti si configurano come aiuti di Stato, che sono vietati. In passato l'Italia si è distinta per aver erogato questi aiuti senza rispettare le normative europee, con conseguenze devastanti».

In che senso?
«Da 1990 al 2009 sono stati erogati aiuti senza le necessarie pezze d'appoggio, per cui all'inizio del mio mandato ho dovuto far fronte a 87mila casi di aziende che avrebbero dovuto restituire gli aiuti già incassati. Insieme alla commissaria europea per la concorrenza, Margarethe Vestager, abbiamo preso in esame caso per caso e li abbiamo risolti quasi tutti, tranne poche decine di aiuti sopra i 500mila euro, su cui stiamo ancora negoziando. Ora ci siamo attrezzati per evitare questi errori e le procedure verranno seguite scrupolosamente».
Elena Cornetti

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