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"Sbagliato strumentalizzare i rifugiati, ma Bruxelles deve agire sui rimpatri"

8 agosto 2016

(intervista del Messaggero al Sottosegretario Gozi)


«La strumentalizzazione dei "no borders" è inaccettabile. Ai migranti vengono raccontate cose non vere e sono spinti ad azioni pericolose. Purtroppo questa volta è costata la vita al sovrintendente di Polizia Diego Turra alla cui famiglia va tutta la solidarietà del governo». Sandro Gozi è il sottosegretario, con delega agli Affari Europei, che segue l'attuazione dei vertici dei leader europei.

A Ventimiglia la situazione è ormai esplosiva. Perché gli immigrati non vengono allontanati dal confine?
«Si tratta di circa 400 richiedenti asilo che hanno inoltrato domanda e sono in attesa di risposta. Non possono però saperlo anche i "no borders" e tutti quelli che, incitandoli, fanno male a Ventimiglia e ai migranti stessi. Detto questo, Ventimiglia non è Calais. Noi l'emergenza l'abbiamo affrontata in maniera molto seria distribuendo i migranti su molta parte del territorio nazionale».

Però ciclicamente le tensioni esplodono. Cosa pensate di fare?
«A Ventimiglia la gestione del centro, rispetto a maggio, è molto migliorata. La tensione è incoraggiata anche da questi irresponsabili che danno false informazioni ai migranti. Noi ormai identifichiamo il cento per cento di chi arriva e li distribuiamo nei comuni d'Italia. C'è una tendenza a concentrarsi a Ventimiglia che va evitata, ma chi viene identificato deve aspettare ìn Italia. Incitarli a varcare la frontiera o a buttarsi a mare è molto grave e pericoloso».

Le procedure per valutare le domande di asilo non sono però brevi.
«Stiamo lavorando anche su questo e il ministro Orlando ha presentato delle proposte per snellire l'iter burocratico delle domande di concessioni d'asilo mentre le commissioni territoriali sono state raddoppiate. Nell'attesa i migranti, e ci sono molti esempi nei comuni, vanno sempre più destinati a lavori di pubblica utilità, dalla pulizia delle strade alla gestione dei giardini pubblici».

Scaricare sui sindaci già in difficoltà con i propri bilanci non rischia di aumentare la tensione?
«Ieri l'altro ho incontrato il sindaco di Ventimiglia Enrico loculano che sta collaborando con il governo ma chiede più telecamere e risorse per poter continuare ad assistere i minori non accompagnati. Non si può arrivare al paradosso di dover tagliare la spesa sociale. Mi auguro che ora riusciremo a fare uno sforzo finanziario in questo senso, nei confronti dei comuni che sono responsabile di questi minori, nella prossima legge di stabilità o in altri provvedimenti».

Nel migration compact varato a Bruxelles si parlava anche di rimpatri. A che punto siamo?
«E' un capitolo che va sicuramente rafforzato. E' migliorata la procedura di identificazione, si sono fatti passi avanti nella costituzione di una polizia europea di frontiera, occorre però che chi non ha diritto di asilo venga rimpatriato. Su questo punto Europa e i paesi d'origine devono fare molto di più».

Come?
«Entro l'anno avremo 1500 uomini della polizia europea di frontiera che rafforzerà Frontex e, attraverso team specifici, si dovrà anche occupare dei rimpatri. Dobbiamo farlo rendendo subito operativo il corpo di polizia esterno e concludendo accordi di rimpatrio con i singoli paesi di origine. L'intera politica di sviluppo europea nei confronti dell'Africa va sempre condizionata da forti impegni per la politica di immigrazione».

L'Italia chiede anche la revisione del trattato di Dublino ma non si vedono passi in avanti.
«Ci sono proposte ancora timide da parte della Commissione ma è importante aver aperto il negoziato che proseguirà con la presidenza slovacca. La trattativa è complessa e difficile ma dobbiamo arrivare ad un sistema europeo di diritto d'asilo».

Ciò che sta accadendo in Libia rischia di aumentare i flussi?
«Già il 95% dei passaggi via mare avvengono via-Libia. E' per questo che per noi è importante una stabilizzazione della Libia».

Le reazioni del governo turco al tentato golpe porterà ad un ripensamento dell'intesa puntando magari sulla Grecia?
«Non sono a conoscenza di piani alternativi, ma noi con la Turchia siamo stati sempre molto chiari e di recente lo ha ribadito il presidente Renzi».

Ovvero?
«L'accordo non deve comportare nessuno sconto sullo Stato di diritto. Soprattutto nel momento in cui la Turchia intende riavviare il dialogo con l'Europa. Ciò che sta accadendo in Turchia è molto grave e preoccupante a cominciare dalle dichiarazioni del presidente Erdogan sulla pena di morte. Non c'è posto in Europa per chi viola lo stato di diritto».

Si riferisce anche alla Polonia che ha posto la magistratura alle dipendenze dell'esecutivo?
«Il dialogo della Commissione europea con la Polonia è molto importante. Così come è importante una nuova politica dell'Unione per il rispetto dello stato di diritto».

Ci sono novità in arrivo?
«Stiamo lavorando con Belgio ed altri paesi per presentare in autunno un nuovo sistema di verifica periodica sul rispetto dello stato di diritto per tutti gli Stati europei. Se lo facciamo al nostro interno, non possiamo fare sconti alla Turchia».
Marco Conti

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