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Gozi: forti convergenze sull'Europa, ma 50-50 non è logica industriale

28 luglio 2017

(intervista del Sole 24 Ore al Sottosegretario Gozi)


Sottosegretario Gozi, c'è ancora una finestra per riaprire la partita Fincantieri-Stx dopo la decisione francese di nazionalizzare i cantieri di Saint-Nazaire?

Lo vedremo, dipenderà dalle proposte con cui arriverà martedì a Roma il ministro dell'Economia Bruno Le Maire. Alla luce di queste capiremo se possano esserci le condizioni per lavorarci. Noi ascolteremo, confermando la convinzione che si tratti di un progetto industriale di grandissima rilevanza per l'Europa per due ragioni. Anzitutto, crea un campione europeo nel settore navale, con la possibilità di sviluppare nuove filiere produttive e nuovi posti di lavoro. Dico questo per rassicurare i francesi sui timori che hanno esposto per l'occupazione. La seconda ragione, forse meno evidente ma anche più importante, è che questa operazione è un passo importante nella costruzione di un settore industriale europeo della difesa. La costruzione della difesa Ue ha bisogno di progetti industriali come questo per andare avanti.

Voi restate sulla posizione che sia inaccettabile un'azionariato diviso 50-50?

È interesse di tutti garantire al nuovo gruppo margini di profitto. Per farlo bisogna garantire una logica industriale con un gruppo che abbia un azionista pienamente responsabile, con una quota di controllo. Una divisione 50-50 non ha una logica industriale.

Lei ha incontrato stamattina (ieri, per chi legge) la ministra francese per le politiche europee, Nathalie Loiseau, per fare il punto sui dossier europei e quelli bilaterali italo-francesi. Ha l'impressione che l'europeismo del presidente Macron e del nuovo governo francese si sia già appannato come molti scrivono e dicono in Italia?

Evitiamo di passare da Macron salvatore dell'Europa a Macron nemico della Patria. Penso ancora che Macron possa essere un leader europeo e non solo un leader nazionale. Possiamo e dobbiamo lavorare insieme in chiave europea e l'incontro con Loiseau ha confermato la presenza di molte priorità comuni nella partita delle riforme europee. Quello che bisogna fare ora, semmai, è delimitare gli effetti dei punti su cui oggi c'è disaccordo, evitare che debordino le questioni su cui c'è qualche tensione. Questo è lo spirito con cui abbiamo cominciato a preparare il bilaterale che si terrà a Lione il 27-28 settembre che deve essere un momento per cercare di superare le divergenze e spingere sulle tante proposte per riformare l'Europa su cui Italia e Francia convergono.

C'è il tema Libia e immigrazione che pure in questo momento crea molte tensioni.


La Libia è una questione che richiede lo sforzo diplomatico di tutti e l'iniziativa del presidente Macron va in questa direzione. Dobbiamo lavorare tutti insieme in Europa e in modo convergente. Noi lavoriamo sulla base di un'agenda molto chiara e non è in discussione il ruolo italiano come capofila nelle azioni per la la stabilizzazione della Libia Sono stati salutati positivamente anche l'iniziativa che può portare alla presenza della Marina italiana nel rafforzamento del controllo navale in acque libiche e gli sforzi al confine sud della Libia.

Quali sono i punti dell'agenda europea condivisa fra Roma e Parigi?


La convinzione che il bilancio 2020-2027 sia un'occasione per riformare l'Europa e per accelerare politiche economiche favorevoli allo sviluppo. E che punti fondamentali sono la ripresa degli investimenti europei e le azioni per superare la disoccupazione giovanile. Oltre, ovviamente, alla lotta al terrorismo e alla difesa dei confini esterni. Aggiungo una forte convergenza sull'Europa sociale e in particolare sulla questione della direttiva per superare il dumping sociale dei lavoratori dell'Est a danno dei lavoratori italiani e francesi. Infine, la tutela dello Stato di diritto e la sospensione dei fondi Ue ai Paesi che violano i diritti fondamentali e gli obblighi in materia di asilo.

Il tema degli investimenti europei è particolarmente qualificante.

Anche oggi è stata ribadita una fortissima volontà italiana e francese di costruire una nuova politica Ue per gli investimenti, in particolare nell'eurozona. Questo tema sarà protagonista nel bilaterale di Lione e sulla riforma dell'Europa si spenderanno i massimi livelli istituzionali dei due Paesi. Probabilmente si potrà fare in termini espliciti soltanto dopo le elezioni tedesche.

intervista di Giorgio Santilli

migrazioni , Libia , Fincantieri
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