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UE: Gozi, in Libia politica italiana non va cambiata ma attuata. ONU sia più presente

16 novembre 2017

"La lotta per la conquista dei diritti umani è stata segnata da vittorie e sconfitte. La schiavitù esiste ancora in Africa, Asia, perfino in Europa, e colpisce i più vulnerabili: bambini, donne, lavoratori provenienti da paesi in via di sviluppo. Esiste la vendita e lo sfruttamento sessuale dei minori e delle donne, il traffico internazionale delle persone, la cessione di donne come spose o come bene da trasmettere in eredità alla morte del marito. Esiste il lavoro nero o forzato, al quale vengono costretti lavoratori provenienti da paesi poveri, spesso clandestini e perciò riluttanti a denunciare le vessazioni". Così il Sottosegretario per le Politiche e gli Affari europei, Sandro Gozi, aprendo il convegno dal titolo "Cittadinanza europea e diritti umani", oggi in Presidenza del Consiglio dei Ministri.

"Non possiamo accettare – ha proseguito Gozi - un'UE attenta alle violazioni dei parametri di bilancio e completamente assente di fronte alle violazioni dello Stato di diritto. Da tempo ci stiamo battendo perché ai Paesi che tollerano queste violazioni siano negati i fondi europei. Il tema dei diritti umani è collegato oggi anche a quello delle migrazioni. Solo una risposta generosa, collegiale e univoca da parte dei 27 Paesi dell'Unione potrà risolvere una drammatica emergenza. Un Paese per tutti, la Libia. Finalmente abbiamo una politica italiana efficace, che ora l'UE sostiene, ma che necessita di maggiori risorse economiche. Per attuare pienamente questa politica bisogna coinvolgere molto di più l'Onu a tutela dei diritti fondamentali in Libia. Si può fare, e si farà, proprio grazie alla nostra politica sui migranti".

migrazioni , Stato di diritto , Libia
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