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«Serve un'Europa più politica e attenta alle questioni sociali»

28 aprile 2017

(intervista del Tempo al Sottosegretario Gozi)


L'Ue deve cambiare, deve essere «più politica», più democratica e più attenta alle questioni sociali. Lo ha spiegato il sottosegretario per gli Affari europei Sandro Gozi, al termine del Consiglio Affari generali a Lussemburgo in cui ha presentato la proposta italiana per creare liste transnazionali al Parlamento europeo. Per questi motivi, ha aggiunto, insieme a Matteo Renzi oggi sarà a Bruxelles a chiudere la campagna per le primarie Pd.

Qual è il senso della sua proposta per l'utilizzo dei 73 seggi che i britannici lasceranno liberi con la Brexit per creare delle liste transnazionali?
«L'idea è quella di raddoppiare la possibilità di scelta democratica dei cittadini e dare l'opportunità agli europei di scegliere i propri rappresentanti in un dibattito veramente europeo. Come Italia abbiamo proposto formalmente di trasformare i 73 seggi al Parlamento europeo lasciati liberi dai britannici per creare delle liste transnazionali su tutto il Continente. Sarebbe un modo per costruire un'Europa più politica e per fare emergere una vera democrazia europea scelta e dibattuta, che quello che è mancato fino ad oggi. Inoltre in questo modo eviteremmo di perdere una buona occasione o, peggio, di sederci a un tavolo con la calcolatrice a spartirci i seggi tra gli Stati membri restanti, che è proprio quello che non dobbiamo fare se vogliamo avvicinare i cittadini all'Europa. Personalmente aggiungo che questo sarebbe anche un modo per confermare il metodo degli spitzenkandidaten, cioè il sistema per cui diventa presidente della Commissione il candidato di punta del partito politico che prende più voti alle elezioni europee. Nel 2019 i candidati potrebbero essere i capilista di queste liste transnazionali e cosl potremmo avere un presidente fortemente legittimato, che sarebbe anche presidente del Consiglio Ue, e avere meno presidenti in cerca d'autore».

Mercoledì la Commissione ha presentato la sua proposta per creare un «pilastro sociale» dell'Ue, anche per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini che rischiano di far vincere Marine Le Pen in Francia. Ieri però la Corte di Giustizia europea ha dichiarato illegali le azioni intraprese dalle autorità francesi quando scoprono frodi sui lavoratori distaccati e impongono alle aziende di versare in Francia i contributi. L'Europa sta voltando pagina o è ancora l'Europa del dumping sociale?
«Beh..diciamo che la proposta della Commissione è il futuro dell'Europa, la sentenza della Corte è il passato e anche il presente. E un bene che la Commissione abbia presentato subito le sue proposte per far avanzare i diritti sociali perché noi, come Italia e come Pd, consideriamo il tema come la grande priorità e per questo abbiamo insistito per metterla come punto chiave nella Dichiarazione di Roma. Siamo contenti chela Commissione abbia reagito subito e con una proposta molto avanzata. Sul congedo parentale adesempioanche in Svezia ci sono tre mesi invece di quattro. La sentenza della Corte invece appartiene a quel passato che è molto squilibrato e inadeguato, con dumping sociale e concorrenza al ribasso. Noi dobbiamo impegnarci per degli standard sociali al rialzo. Dobbiamo mantenere l'unione monetaria, ridefinire quella economica e costruire quella sociale».

Al dibattito in televisione tra i candidati alle primarie del Pd l'Europa è stato un argomento di discussione. Qual era il candidato più europeista?
«Il candidato più europeista è il leader che ha la maggiore capacità di cambiare l'Europa che abbiamo, di salvarladachi la vuole distruggere ma anche dai propri errori. Ci vuole molto coraggio e una forza politica dirompente. Per questo ritengo che Matteo Renzi possa esprimere meglio il nostro punto di vista, che non è di rottura ma neanche di acquiescenza, è di trasformazione e cambiamento. Non a caso abbiamo voluto con lui chiudere la sua campagna per le primarie con l'incontro di domani (oggi, ndr) a Bruxelles». M.Mon.

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