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«Non sarà l'Europa a dettarci l'agenda»

29 settembre 2014

(intervista di QN al Sottosegretario Gozi) 


Da Sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi si è sentito colpito nel vivo quando ha sentito Massimo D'Alema dire che, in pratica, a Bruxelles l'Italia conta come il due di picche.
«Gli esecutivi guidati dal Pse sono otto, e siccome a designare i membri della commissione sono i governi è naturale che quelli conservatori siano la maggioranza. Strano che un politico accorto come D'Alema non lo abbia considerato».

C'è chi dice che D'Alema abbia il dente avvelenato con Renzi per la mancata designazione europea.
«Guardi, non conosco le motivazioni che stanno dietro alle critiche di D'Alema».

Magari Renzi gli aveva promesso qualcosa...
«A me non risulta. In ogni caso chiedetelo a Renzi».

Ma al di là del sospetto rosicamento, è vero che l'Italia in Europa non conta niente?
«Tutt'altro. La nostra forza, che ci viene dal risultato elettorale, l'abbiamo usata al Parlamento europeo per affermare il primato della politica sulla deriva tecnocratica».

Forse un po' di troika in Italia convincerebbe qualcuno alla necessità delle riforme.
«Al contrario. Auspicare, come alcuni sembrano fare, un arrivo della troika, è un'autentica follia. E chi pensa che le riforme in Italia si possano fare solo sotto dettatura esterna non ha capito nulla: faremo le riforme che scegliamo di fare nell'interesse degli italiani. Ovviamente, gli effetti positivi si sentiranno in tutta la zona euro».

Ma il nostro peso nelle scelte della Commissione, in particolare in quelle economiche, non pare troppo rilevante.
«Non è vero. E grazie alla nostra pressione che Junker, ad esempio, ha stilato un programma molto più a sinistra di lui. E grazie a noi che si parla finalmente di flessibilità, o che è nato il piano di 300 miliardi di investimenti annunciato da Juncker».

Dove li tira fuori tutti questi soldi?
«Il dato lo ha dato lui, ora ci dirà come li trova. Essenziale che siano risorse aggiuntive».

Siamo a metà del semestre europeo, eppure non se ne parla. Non e che lo sopravvalutavamo?
«Il fatto è che se non c'è una polemica, nei giornali non passa nulla».

In che cosa si sta caratterizzando la nostra presidenza?
«Stiamo riportando l'attenzione sull'importanza della componente democratica nella governance europea rispetto a quella tecnocratica, abbiamo imposto il tema dell'agenda digitale, ci stiamo dedicando ai diritti fondamentali... E molto altro ancora».

Oggi il Pd discuterà di lavoro. Si troverà una sintesi?
«Da questa riforma in Europa si giudicherà la credibilità non solo del governo Renzi ma di tutto il Pd».
di Pierfrancesco De Robertis

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