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"Nessun regalo dall'Europa"

13 febbraio 2017

(intervista del Corriere della Sera al Sottosegretario Gozi)  


L'ex premier Mario Monti, con un'intervista al Corriere, ha rotto gli schemi affermando che la flessibilità che il governo Renzi ha ottenuto dalla commissione europea non è stata una vittoria, ma ha fatto più male che bene ai conti pubblici e all'economia. «Non è così — replica Sandro Gozi (Pd), 48 anni, sottosegretario alle Politiche europee —. Cominciamo col dire che la flessibilità ottenuta da Renzi non è una manna dal cielo, ma il frutto di un duro negoziato con la Commissione europea. E non è servita a dare mance elettorali, ma per fare le riforme strutturali, dalla pubblica amministrazione alla concorrenza, dalla giustizia al Jobs act, dalla scuola al fisco».

I 19 miliardi di euro di flessibilità sono stati usati per spesa corrente e bonus vari anziché per gli investimenti, sottolinea Monti.
«Monti dimentica che il governo Renzi ha ottenuto una svolta sulla politica degli investimenti in Europa, testimoniata dal piano Juncker del quale l'Italia è la principale utilizzatrice, con 12 miliardi di euro finora. Forse Monti avrebbe preferito un approccio più rigorista, che però non avrebbe giovato agli italiani».

Fatto sta, secondo, l'ex premier, che l'Italia ha perso credibilità. Sono anni che promette la riduzione del debito: che invece aumenta.
«E stupefacente che oggi si lamenti di ciò chi come Monti ha votato No al referendum sulla riforma della Costituzione. Sapevamo benissimo che con la vittoria del No l'Italia sarebbe entrata in una fase di incertezza politica. Il governo Renzi, a proposito di credibilità, ha fatto scendere le infrazioni europee verso l'Italia da 119 a 70 e le frodi sui fondi comunitari del 62%. Nessuno ha fatto meglio di noi».

Rischiamo però l'apertura della procedura d'infrazione. Tanto che il ministro Padoan, sta preparando la manovrina chiesta da Bruxelles.
«Direi di farla finita con queste drammatizzazioni sul negoziato con la Commissione europea e sulla eventuale procedura. Non mi sembra che la Francia abbia subìto una diminuzione della sua sovranità dopo la procedura. E vero che noi dobbiamo ridurre il debito, ma le misure che prenderemo non devono incidere su crescita e potere d'acquisto».

Quindi è contrario all'aumento delle accise?
«Penso si debba proseguire sulla via della diminuzione delle tasse e spero quindi si possano trovare altre misure».

Torniamo a Monti. Flessibilità e bonus non sono serviti neppure a farvi guadagnare consensi, osserva.
«Il modo in cui Renzi si è mosso in Europa è la cosa che gli italiani hanno apprezzato di più. Ha ottenuto la flessibilità e ha chiesto all'Europa di uscire dallo status quo. Abbiamo presentato proposte importanti: per un nuovo governo dell'euro; per una politica degli investimenti; per un sussidio europeo di disoccupazione. E abbiamo posto il tema del Fiscal compact da rivedere. Ma vorrei dire a Monti che accanto a queste abbiamo messo in campo proposte che toccano valori e visione politica dell'Europa: dallo stato di diritto in Paesi come la Polonia al fatto che ora la questione libica è riconosciuta come un problema che riguarda l'Unione».

Unione che sembra disgregarsi. Merkel ha già in mente l'Europa a più velocità.
«Anche questo è un tema che abbiamo proposto noi, non è un'invenzione della Cancelliera. I Paesi che hanno una più forte volontà, e l'Italia è tra questi, devono andare avanti nel processo di integrazione. L'Italia ha le caratteristiche per stare nel gruppo di testa».

Anche se viviamo questa instabilità politica? Non si sa neppure se Renzi si dimetterà da segretario del Pd.
«Vediamo cosa dirà nella direzione del Pd. Penso che non si possa andare avanti con questo stillicidio di richieste della minoranza, che una volta vuole il congresso, una volta le primarie, una volta non si sa cosa. Basta con questo gioco al massacro su Renzi».

Voto subito o nel 2018?
«Credo che prima sia necessario fare la legge elettorale, Non mi rassegno a questa deriva proporzionalistica».

Senta, ammesso che gli italiani, come dice lei, abbiano apprezzato l'azione di Renzi in Europa, avrete pur sbagliato qualcosa se il rottamatore rischia di essere rottamato.
«Sì, c'è una grande voglia di restaurazione. Contro questo ritorno all'ancien régime dobbiamo batterci, ma riflettere anche sugli errori fatti. In particolare, dobbiamo riconnetterci col mondo giovanile».
Enrico Marro

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