Governo italiano
lingua attiva: Italiano (Italia) ITA

Lo Stato di diritto europeo va difeso

3 ottobre 2016

(Articolo sul Corriere della Sera a firma congiunta del Sottosegretario Sandro Gozi e altri)


Qual è il più grande risultato raggiunto in ormai 60 anni di integrazione europea? Cosa ha contraddistinto la nostra esperienza comune dopo le due guerre civili europee del XX secolo? I diritti fondamentali. La loro tutela. La loro promozione. E questa la vera essenza dell'identità europea: libertà, eguaglianza e fratellanza. Oggi questi valori sono sotto attacco delle aggressioni terroristiche, delle forze xenofobe ed estremiste. Siamo determinati nel difendere il diritto alla sicurezza di tutti i nostri cittadini, ma senza calpestare la sicurezza dei diritti fondamentali e della cultura europea del diritto.

Dobbiamo mettere lo Stato di diritto non solo tra le più importanti conquiste europee, ma tra le nostre più grandi priorità. Ci stiamo impegnando per questo in Europa. E ne dibatteremo oggi a Roma a Palazzo Madama nell'incontro dedicato a «Europa: Stato di diritto e Stato dei diritti» alla presenza del presidente del Senato italiano Pietro Grasso; Giuliano Amato, Emma Bonino, Michael O' Flaherty, direttore dell'Agenzia dell'Unione Europea per i diritti fondamentali e rappresentanti degli altri Stati membri in linea con le nostre posizioni.

Cosa vogliamo fare? Mettere lo Stato di diritto al centro della nostra azione e attenzione. Durante il semestre di Presidenza italiana abbiamo assunto l'impegno di tenere dibattiti regolari su uno specifico argomento legato allo Stato di diritto. Abbiamo discusso di rivoluzione digitale e integrazione dei migranti. Dopo due anni, siamo chiamati a fare una prima valutazione e nuove proposte. Vorremmo che questo processo prosegua e venga rafforzato. Proponiamo che divenga un dibattito annuale tra pari, al Consiglio Affari Generali Ue, sulle tendenze e sul rispetto dello Stato di diritto in diversi Stati membri.

Perché vogliamo farlo? Perché solo garantendo il rispetto dei diritti fondamentali negli Stati membri, l'Unione può essere forte nel pretendere lo stesso dai suoi partner internazionali, a partire dai Paesi che sono candidati all'adesione. Perché dovremmo essere più esigenti nel chiedere il rispetto di questi principi e diritti all'interno dell'Ue al pari di quanto lo siamo in altri campi, come a esempio il rispetto degli obiettivi e delle linee guida di bilancio e macroeconomiche. A sessant'anni dalla firma dei Trattati di Roma, rilanciare l'Unione significa ritrovare il rispetto dei principi fondamentali. La solidarietà tra gli Stati membri non è un'opzione. È una responsabilità condivisa, un principio fondamentale e un valore fondante. Siamo impegnati nel gestire i flussi alle frontiere esterne, sosteniamo gli sforzi di reinsediamento e ri-locazione, ma prima di tutto vogliamo preservare la vita e i diritti di tutti, e in particolare delle persone più bisognose, che sono in fuga da guerre e persecuzioni. Chiedere il rispetto dello Stato di diritto non è una «intrusione esterna», ma l'osservanza di una condizione basilare per l'ingresso nell'Unione.

Ma cosa frena questo processo? La paura per la sicurezza: personale, economica e sociale. Contrabbandieri di demagogia stanno alimentando odio e paure. Diciamo no ai muri di filo spinato e agli atteggiamenti egoistici, xenofobi e autoritari. «Se le foto non sono abbastanza buone, è perché non eri abbastanza vicino» era solito dire il celebre fotografo di guerra Robert Capa per spiegare il suo bisogno di sperimentare la realtà senza mediazione. Al contrario, Henri Cartier-Bresson credeva fortemente nel paradossale equilibrio della «distanza partecipativa». Se vogliamo cogliere la verità delle cose e restituire la fotografia più veritiera dello Stato di diritto in Europa oggi, dobbiamo adottare gli atteggiamenti di entrambi. Andare, vedere, toccare con mano i rischi di violazione dei diritti fondamentali derivanti dalle emergenze umanitarie. E poi, da una «giusta distanza» trovare soluzioni comuni, tempestive ed efficaci. Questa è l'Europa che vogliamo.

Jean Asselborn
Ministro degli Affari esteri ed europei del Lussemburgo
Harlem Désir
Ministro degli Affari Europei della Francia
Sandro Gozi
Sottosegretario agli Affari e Politiche europee dell'Italia
Bert Koenders
Ministro degli Affari Esteri ed europei dell'Olanda
Margarida Marques
Segretario di Stato per gli Affari europei del Portogallo
Didier Reynders
Ministro degli Esteri del Belgio
Nikos Xydakis
Ministro per gli Affari Europei della Grecia

Trattati di Roma , Stato di diritto
Torna all'inizio del contenuto