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«Grazie a noi cambiato il metodo, archiviata l'austerità di Barroso»

15 dicembre 2014

(intervista del Messaggero al Sottosegretario Gozi)
 

«Non c'è nessuna Troika in arrivo, chi lo dice è sciocco o in malafede. Fassina? Ha le traveggole». Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio per le politiche europee, rivendica i successi del semestre italiano e ribatte anche a Eugenio Scalfari che su "Repubblica" definisce l'arrivo della Troika (Commissione, Bce e Fmi) non più solo possibile, ma probabile. Gozi «sente di escludere» nuove richieste di manovre aggiuntive all'Italia per rispettare i parametri.

Quali i tre risultati migliori di questi sei mesi?
«Il primo è il cambio di metodo, l'aver messo al centro le cose da fare e solo dopo i nomi e le istituzioni. Oggi l'Europa sta lavorando per un cambio di politica economica nella direzione degli investimenti. La Commissione Barroso era tutta e solo austerità, mentre la prima proposta della Commissione Juncker è un piano d'investimenti per mobilitare 315 miliardi».

Juncker dice che soldi freschi non ce ne sono. I miliardi della Ue in sono solo 21...
«Il piano è al di sotto delle aspettative, però è un passo avanti. Lo aveva proposto Renzi, Juncker lo ha fatto proprio ed è parte della risposta. Nei prossimi 15 anni andranno però mobilitati 1000 miliardi tra pubblico e privato».

E la flessibilità?
«Va perseguita con tre strumenti: il rafforzamento degli investimenti, l'impegno degli Stati più rigoristi a investire, l'assetto della Commissione. Non tutta la spesa pubblica è cattiva. C'è quella buona dei cofinanziamenti nazionali e regionali, che non va computata come debito pubblico ai fini del patto di stabilità. Inoltre, i 10 miliardi messi dal governo tedesco sono un primo passo, speriamo ce ne siano altri. E abbiamo fissato il principio democratico per cui gli elettori europei decidono da chi essere guidato».

Che cosa vi aspettate da Juncker per la crescita?
«Una comunicazione sulla flessibilità, a gennaio, nella quale ci dirà come intende applicare le regole relative alla governante dell'Euro».

Berlusconi vorrebbe una moneta nazionale da affiancare all'Euro...
«Eviterei pasticci. La via maestra è approfondire l'unione monetaria abbandonando la logica aritmetica per una vera unione economica».

Il secondo risultato migliore?
«Il successo del vertice d'ottobre sul cambiamento climatico. Per la prima volta l'Europa ha una posizione comune avanzata da presentare a Parigi e a Lima».

Il terzo?
«L'immigrazione. Abbiamo portato tutta la UE a sancire il principio della solidarietà e condivisione nel gestire le frontiere comuni, e a una politica nuova di dialogo e cooperazione coi Paesi di origine e transito. Di concreto c'è l'operazione Tritone, sulla quale a maggio lo scetticismo era generale ma che oggi è operativa».

Com'è che Scalfari su "Repubblica" parla di fallimento e Fassina all'assemblea del Pd accusa il governo di fare la politica della Troika?
«Il successo della nostra presidenza a partire dall'Unione economica ci viene riconosciuto da tutti tranne che da Scalfari. Non so con chi abbia parlato, io ho appena incontrato il Commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscoviti: l'Europa riconosce le nostre riforme e ci incoraggia a proseguirle. Moscovici ha già escluso che la UE ci metta sotto pressione chiedendo manovre aggiuntive. L'importante è andare avanti con riforme strutturali come quella del mercato del lavoro, riforme che ogni giorno di più allontanano il rischio Troika».

Eppure le critiche vengono da dentro il Pd...
«C'è chi punta a indebolire e paralizzare il governo, chi dibatte all'infinito su cose non centrali per rilanciare l'economia, come i senatori a vita. Se c'è un esecutivo agli antipodi della logica della Troika, è il governo Renzi. Abbiamo in Europa molti alleati e apprezzamenti. Certi osservatori della domenica sono marziani che scendono sul pianeta Terra-Europa una volta la settimana e hanno le visioni».
Marco Ventura

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