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Gozi: "Un patto con l'UE sui conti"

17 gennaio 2018

(Intervista di Avvenire al Sottosegretario Gozi)  

Un pranzo al ristorante dell'Hotel Bernini di Roma segna la nascita del sodalizio tra Matteo Renzi e Albert Rivera, giovane leader di Ciudadanos, il partito spagnolo liberale e anti-indipendentista catalano, ora alleato di Rajoy al governo. Tra i due, complimenti e riconoscimenti e un impegno per la nascita di liste transnazionali alle prossime elezioni per l'Europarlamento. Liste "in grado di superare i nazionalismi e che illustrino l'idea di UE che vogliamo per i nostri figli", spiega Rivera conversando con i cronisti. Sul progetto, spiega, sono impegnati lui, Renzi e Macron. La suggestione è una "coalizione" pro-Europa. Nel pomeriggio anche il Pd emana una nota. Si conferma il lavoro comune sulle liste transnazionali pur senza sbilanciarsi su logiche "coalizioniste" nella Ue. "Renzi e Rivera - è un passaggio della nota - hanno concordato su come arginare e combattere il ritorno di forme di nazionalismo e populismo". Critiche all'incontro tra due esponenti di famiglie politiche diverse arrivano sia dai socialisti spagnoli sia da Sinistra italiana.

"La divisione politica tra europeisti e antieuropeisti sarà discriminante, prima e dopo il voto". Sandro Gozi trova un filo rosso dentro una giomata intensa. È riuscito a far incontrare Rivera e Renzi, a far valere quindi la linea per cui "il Pse non può chiudersi in un recinto e deve dialogare con chiunque voglia la rifondazione dell'Europa". E ha dovuto rintuzzare dalla prima linea il commento di Moscovici sulle elezioni italiane: "Sono interventi che non spostano nulla in termini elettorali né in un senso né nell'altro - dice a riguardo il sottosegretario agli Affari Europei-. Dobbiamo abituarci e considerarli normali. Come noi siamo interessati al voto in Francia e in Austria e li commentiamo, così le capitali europee e le istituzioni UE sono interessate a quanto accade a Roma e dicono la loro. I cittadini scelgono in base alle proposte dei partiti, non si fanno influenzare da nessun intervento esterno. E un fatto però che il 4 marzo è l'ultimo capitolo della sfida tra europeisti e antieuropeisti negli Stati europei. In Francia ha vinto Macron, in Germania nata una Grande Coalizione filo-UE, se in Italia perdono l'antieuropeismo lepenista di Salvini e quello qualunquista di M5S allora si apre un'opportunità storica per l'Unione".

Partiamo dal pranzo Renzi-Rivera che significato politico ha?
Con il leader di Ciudadanos ho un rapporto consolidato e mi ha chiesto lui di incontrare il segretario Pd. Hanno commentato insieme l'intervista del Corriere a Le Pen, hanno rimesso in fila gli attacchi all'UE nei vari Stati. Dal nazionalismo catalano a Le Pen. Concordano che in Italia questo fronte ha due volti: Salvini e Di Maio. Rivera giustamente guarda con preoccupazione a queste proposte politiche.

La sinistra vi ha attaccato, vi accusa di dialogare con un partito "populista"...
Ho letto, è interessante che questa critica venga da Fratoianni e da Sinistra italiana che si mostrano possibilisti di fronte a un acconto di governo con M5S. Noi vogliamo seriamente riformare l'UE e siamo consapevoli che dobbiamo costruire ponti con tutte le famiglie politiche che hanno lo stesso nostro obiettivo. Rivera è un leader che ha sconfitto il nazionalismo catalano, non dimentichiamolo.

La scelta "europeista" del Pd si traduce nell'abbandono dell'idea di tornare al 3 per cento di deficit?
Partiamo da una premessa: la flessibilità è stata una grande conquista del governo Renzi che ci ha dato oltre 20 miliardi per finanziare le riforme e rilanciare gli investimenti. Quello era il primo step. Il secondo a mio avviso è un partenariato UE-Italia per le riforme, gli investimenti e la riduzione del debito.

Ci spiega meglio?
Significa uscire dalla tirannia dello zerovirgola e dei compitini trimestrali e passare a un piano multiannuale che alla fine del percorso deve dare i risultati stabiliti. Significa continuare sulla flessibilità e sulla riduzione della spesa pubblica inefficiente, ridurre il debito in modo più graduale, scorporare la spesa che serve a finanziare le riforme e quella che serve per investimenti in infrastrutture, innovazione tecnologica, conversione industriale ecosostenibile.

Renzi sta cercando il dialogo con altri giovani leader europei. C'è un piano?
Penso che Matteo, Macron, Rivera e altri possano essere i ri-fondatori dell'Europa, coloro che definiranno il modo in cui costruire l'Europa politica partendo da valori condivisi, cultura e stato di diritto. Ciò che li unisce è la convinzione che alcuni Paesi devono assumere la responsabilità e andare avanti a prescindere da ch ili segue. Tra questi vogliamo esserci noi. Con Salvini o Di Maio a Palazzo Chigi, ovviamente, non ci saremo.

Marco Iasevoli

flessibilità , Albert Rivera , riforma UE
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