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«Basta con l'Europa contabile. L'Italia rinegozierà le regole»

3 maggio 2014

(intervista de Il Giornale di Vicenza al Sottosegretario Sandro Gozi) 


«Rinegoziare il rapporto con l'Europa si può e si deve: il governo Renzi sta lavorando per farlo e già al Consiglio europeo di ottobre andremo con precise proposte per un'Europa che non sia solo contabile, ma orientata alla crescita e all'occupazione».

C'è chi cerca voti con lo slogan "basta euro" e chi siede al governo e scrive un libro, "L'urgenza europea", che ribalta quell'euroscetticismo. L'autore, Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari europei dell'esecutivo Renzi, sarà oggi a Vicenza a discutere di questo.

Sottosegretario Gozi, cosa vuol dire "urgenza europea'?
Vuol dire che è urgente costruire l'Europa di cui abbiamo bisogno: un'Europa che parli di sviluppo, equità, diritti, a partire dal diritto al lavoro.

Ma quest'Europa non fa battere il cuore ai cittadini. Perché?
Perché le politiche di questi anni l'hanno fatta sentire lontana ...

Quindi hanno ragione gli euroscettici?
No, loro vorrebbero fuggire dall'Europa, e invece l'Italia ha bisogno di un'Europa diversa e più forte. Negli ultimi anni l'Unione è stata condotta da una maggioranza delle destre, con egemonia del Ppe e di quello tedesco di Angela Merkel: hanno impostato le risposte alle crisi sul lato del rigore, senza lavorare sulle politiche sociali. E non ha lavorato dove i cittadini si aspettavano di incontrare l'Europa: dall'immigrazione alla crisi in Ucraina.

Una maggioranza socialdemocratica cambierebbe rotta?
Lavorerebbe su due fronti, per restituire un affetto verso l'idea di Europa, lanciando politiche industriali e di lotta alla disoccupazione su scala europea. Dall'Ue "contabile" e delle regole a "taglia unica" vorremmo passare a un'Ue che incoraggi le riforme nazionali.

Perchè? Ora non le incoraggia?
Oggi le regole europee, o meglio la loro applicazione, sono un ostacolo, perché non tengono conto del fatto che le riforme, nell'immediato, hanno dei costi che in Ue vengono computati come debito pubblico. Invece bisogna distinguere tra costi positivi e inefficienze: al prossimo Consiglio europeo l'Italia porrà il tema.

E l'altro fronte di battaglia?
Il lavoro: la corsa al ribasso dei diritti sociali nel mercato unico è potenzialmente distruttiva. Vogliamo una forte lotta all'evasione e alla concorrenza fiscale, perché un'Europa più equa aumenta il benessere.

Il Pse non ha responsabilità?
Le forze del socialismo europeo hanno lavorato bene nell'Europarlamento, combattendo l'eccesso di rigore della Commissione. Ma in Consiglio europeo i singoli governi hanno fatto poco. Con Hollande in Francia, dal 2012, è cambiato qualcosa. Ora il nostro governo vuole dare una svolta.

Dice cose... di sinistra? Non teme di indispettire il Nuovo centrodestra alleato di governo?
Diciamo cose necessarie all'Italia. E poi non mi sembra che il Ncd sia così appiattito sulla posizione della Merkel.

L'euroscetticismo cresce. Cosa direbbe a un elettore attratto dalla "spallata" all'Europa?
Direi che il voto ai partiti euroscettici è un voto sprecato. Se i 5 stelle avessero anche il 99% dei voti in Italia, poi non conterebbero nulla in Europa perché sarebbero isolati. Lì, per incidere, servono le alleanze, e quella dei progressisti con Martin Schulz ha la ricetta per un'Europa più forte.

m.sc.

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