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"Andrò in Europa per cambiare le regole"

1 marzo 2014

Estratto dell'intervista rilasciata a Il Resto del Carlino 


rassegna stampa«Ufficialmente l'ho saputo da Del Rio (il braccio destro di Renzi, ndr). Avevo dato la mia disponibilità,
anche se sapevo che era difficile...»: se la cava col minimo di diplomazia Sandro Gozi, 45 anni, soglianese, deputato del Pd e sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega agli Affari europei, fresco di nomina. Del resto il suo nome era corso ampiamente nei giorni scorsi, addirittura per una poltrona di ministro.

Dopo la vicepresidenza dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, un altro bel risultato...
«L'Europa è stata la mia vita accademica, professionale e politica. Ringrazio il premier Renzi e il governo
per la fiducia accordatami. Lavoreremo con impegno per cambiare la politica europea dell'Italia».

Ma l'Europa oggi è vista dagli italiani soprattutto come un problema.
«Ci vuole più Europa e un'Europa diversa. C'è molto da fare e molto da cambiare. Bisogna cambiare la politica europea, ci sono tante regole burocratiche da spazzare via. La scelta di Renzi indica che il rapporto con l'Ue è fondamentale per questo governo»

(...)

Quale sarà il suo primo impegno da sottosegretario?
«Martedì prossimo a Roma incontrerò il mio omologo britannico per un primo confronto sulle tematiche
d'attualità. Ma ho già contatti con gli altri governi europei che vogliono conoscere il nuovo orientamento del governo italiano sulle tematiche europee. E' un segnale preciso dell'attenzione con la quale si guarda al ruolo del nostro Paese in Europa».

E' pronto a battere i pugni sul tavolo per cambiare le regole che non vanno?
«E' un impegno durissimo e difficilissimi, ma bisogna provarci. Piuttosto bisogna essere molto più attenti e guardinghi al momento in cui queste regole vengono varate. Le norme europee devono essere adeguate alle esigenze italiane, non il contrario. Altrimenti si rischia di ricadere nella situazione della direttiva Bolkestein».

Bolkestein e spiagge all'asta: c'è possibilità di cambiare qualcosa.
«Bisogna provarci ma temo che ormai sia tardi».

L'Europa è ancora un'opportunità per la Romagna?
«Certo, pensiamo solo allargamento dell'unione verso i Balcani. Bisogna dare una dimensione adriatica alla politica europea, così le ricadute saranno positive anche per la Romagna».


(intervista a cura di Emanuele Chiesi)

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