Ministro Foti: "Avanti senza assalti alla diligenza"
21 settembre 2025
(intervista di QN al Ministro Tommaso Foti)
«Non siamo più la pecora nera d'Europa». Il ministro degli Affari europei, Tommaso Foti (Fdl), non nasconde la soddisfazione per la promozione decretata da Fitch. È comprensibile: il parere delle agenzie di rating è stato quasi sempre aspettato in Italia con una certa trepidazione. Festeggiare un upgrade come quello di Fitch che ha aggiunto un «+» alla tripla B sul debito sovrano è giustificato.
Qual è il significato politico di questo giudizio per il governo?
«La conferma che la strada seguita dal governo Meloni è quella giusta: da una parte conti in ordine e dall'altra responsabilità nelle scelte di bilancio».
In concreto, la "promozione" inciderà in senso espansivo sulla manovra?
«Dobbiamo stare coi piedi per terra: è vero che l'Italia è percepita oggi in modo decisamente diverso dal passato, ma non possiamo vanificare tutto il lavoro fatto in questi tre anni».
Insomma, Fitch o non Fitch, la manovra non sarà espansiva.
«Le manovre espansive devono essere inserite in uno scenario internazionale che non vedo ora in Europa».
Il ministro dell'Economia Giorgetti è ancora più prudente di lei. Come si concilia questo approccio cauto con le priorità politiche della presidente Meloni, ovvero il sostegno alle famiglie e il taglio del l'Irpef?
«Intanto, dobbiamo vedere i dati che l'Istat comunicherà domani. Dopodiché, il ministro Giorgetti sa perfettamente cosa si può fare e conosce altrettanto bene quali sono le priorità che la premier, ma direi tutto il governo, hanno indicato. Si lavorerà per andare avanti nella realizzazione del programma di governo, ma con prudenza e senza assalti alla diligenza».
Ministro, parlando a un convegno di Confedilizia non ha escluso l'inserimento della cedolare secca per i negozi in affitto in questa manovra.
«La cedolare secca è prevista dalla delega fiscale. Si potrebbe verificare se ci sono le coperture per dare un segnale ai proprietari di negozi, in attesa dell'entrata in vigore della delega».
Non c'è il rischio che le spese per il riarmo incidano pesantemente sui conti?
«Entro novembre il governo avrà una risposta dall'Unione Europea per il prestito SAFE per cui ha avanzato una richiesta di alcuni miliardi di euro. Sono fondi che verranno spalmati in più anni, attraverso una forma di restituzione che inciderà minimamente sul bilancio dello Stato».
L'opposizione vi martella, accusandovi di spendere soldi per le armi, non per la sanità.
«Suggerirei all'opposizione di smetterla con la propaganda, per cui dice che il governo spende per le armi, non per gli ospedali. Le elezioni non si vincono parlando male dell'avversario, ma cercando di dare soluzioni migliori».
Giovedì c'è una cabina di regia sul Pnrr: prevedete altre rimodulazioni?
«Premesso che la rimodulazione non è una cosa anomala, ma già prevista dall'Europa, che non ci darà proroghe, stiamo analizzando strumenti alternativi per raggiungere gli obiettivi irrealizzabili entro giugno 2026 di alcune misure del Pnrr».
Di quali strumenti si parla?
«Lo strumento delle facility, ad esempio, consentirà di completare alcuni investimenti dopo la scadenza. Questo potrà essere fatto soltanto per alcune misure, per le quali si prevede l'individuazione di un soggetto gestore, che riceverà le risorse e effettuerà un financial agreement con i beneficiari finali».
La discussione sulla legge di bilancio si sovrappone alle elezioni regionali. Le diverse sensibilità nel centrodestra si scaricheranno sulla manovra?
«Questo è un desiderio dell'opposizione che andrà deluso».
Nel 2026 ci sarà il referendum confermativo della riforma costituzionale sulla giustizia. Che impatto avrà sulla stabilità del governo?
«Vorrei rispondere con una citazione: "Il tema della separazione delle carriere appare ineludibile per garantire un giudice terzo ed imparziale". Questa frase non è mia, è contenuta nella mozione con la quale nel 2019 l'onorevole Maurizio Martina si candidava alla segretaria del Partito democratico, sottoscritta peraltro da parecchi deputati Pd. Se ci fosse stata coerenza nel Parlamento, la riforma non sarebbe stata sottoposta a referendum. Che cosa è cambiato rispetto a sei anni fa? Ora governa il centrodestra».
Di certo, sarà un referendum politico. L'opposizione tenterà la spallata al governo.
«Magari si lussano la spalla».
Se la maggioranza vincesse, andrebbe al voto anticipato per sfruttare il vento a favore?
«Intanto, dobbiamo arrivare al referendum. Ci sono ancora diverse tappe. E ci dobbiamo arrivare con una campagna elettorale basata sull'onestà. Non è vero che questa riforma toglie l'autonomia ai magistrati: l'unica cosa che cerca di far saltare è il potere delle correnti».
(intervista di Antonella Coppari, QN)