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Gozi: varare il salvataggio è interesse di tutti ma basta con le pensioni concesse ai 52enni

22 giugno 2015

(intervista del Mattino al Sottosegretario Gozi)   


Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, Sandro Gozi spera molto nella riunione dell'eurogruppo fissata per domani. In agenda, naturalmente, «il caso Grecia».

Sottosegretario Gozi, pensa che quello di domani sia l'incontro svolta per il destino della Grecia nell'Ue?
«Credo sia un vertice importante, perché riporta la questione al suo vero livello, che è quello politico. Si torna ad un metodo giusto, dopo che si è fatto molta fatica a discuterne solo in un ambito tecnico-finanziario. Dovranno negoziare i governi dei 19 Paesi, perché ogni decisione sulla Grecia avrà effetti politici».

Cosa si dovrà chiedere alla Grecia?
«Un impegno su alcune riforme, per arrivare a sbloccare i prestiti. Penso al tema delle pensioni. E impensabile che in Grecia, in alcuni casi, si possa andare in pensione a 52 anni. E poi un forte impegno contro l'evasione fiscale, o una regolamentazione diversa dell'Iva».

L'Italia si batterà perché la Grecia resti nell'euro?
«Sono convinto che sia interesse non solo della Grecia, ma di tutta l'Europa. Noi faremo di tutto per sostenerlo, ma anche la Grecia deve aiutarsi con alcuni impegni».

L'incontro di domani sarà risolutivo?
«Sarà un passaggio per successive concretizzazioni da attuare entro fine mese. Nessuno sa come andrà a finire, ma siamo convinti che l'Unione europea debba allargarsi sempre di più, non restringersi. Certo c'è molto da modificare nel sistema Europa».

A cosa si riferisce?
«Al sistema di governo nell'area euro. Va reso più trasparente, più democratico, con maggiore spazio per la politica e meno al tecnicismo. Ne sono convinti tutti, anche la Germania, altrimenti avrebbero lasciato andare via la Grecia. In questa fase, dobbiamo essere molto creativi. Va evitato il peggio».

Evitare l'uscita della Grecia?
«Sì, se avvenisse dovremmo escogitare soluzioni tampone, come un'area di parcheggio ai margini della zona euro. Ma occorre una politico economica europea, che sia risultato di valutazioni complessive».

È in crisi il modello Europa?
«Per salvare l'Europa, ne va riformato il sistema in maniera radicale. Bisogna dare davvero dimensione unitaria alla gestione di temi come l'immigrazione, la finanza, l'ambiente».

Eppure la Gran Bretagna programma il referendum per decidere se uscire dall'Ue.
«Abbiamo avviato un dialogo con la Gran Bretagna, ritenendo che sia interesse anche di Londra restare all'interno dell'Ue. Occorre più Europa, ma riformata».

Sarà la posizione dell'Italia al vertice fissato anche per giovedì e venerdì prossimi?
«Quelle seconde tappe della prossima settimana saranno necessarie ad approfondire delle politiche comuni, come quelle sull'immigrazione».

La Francia ha violato gli accordi a Ventimiglia?
«Ventimiglia ha dimostrato che sarà quello il futuro, se si seguono i discorsi di Marine Le Pen e Salvini. Ci sono le condizioni, invece, per arrivare ad un accordo sul diritto d'asilo e sull'immigrazione».

La Francia ha violato le intese di Schengen?
«La Francia ha mostrato debolezza, cedendo al populismo interno. Gli ultimi accordi di Dublino obbligano tutti a favorire i ricongiungimenti familiari che era l'intenzione di chi è stato fermato a Ventimiglia».

E poi c'è l'Ungheria che annuncia un muro alle frontiere con la Serbia. Cosa ne pensa?
«È un'iniziativa al limite della provocazione. Non si può pensare di calpestare i valori fondamentali europei».

Cosa pensa di proporre il governo italiano per governare il dramma immigrazione?
«Si discuterà un'azione congiunta di tutte le forze navali europee sul Mediterraneo. Non sarà solo riservata a Germania, Italia, Francia e Svezia. Poi, andranno chiarite le quote di accoglienza dei rifugiati».
Gigi Di Fiore

immigrazione , Grecia
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