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Comunicare in Europa: terrorismo, situazioni di crisi, TTIP

22 giugno 2015

Tre grandi temi al centro dell'agenda dei "comunicatori europei" del Club di Venezia, riuniti a Vienna nei giorni 11 e 12 giugno: strategia di comunicazione contro il terrorismo, uso dei social media in situazioni di crisi, sfide poste dalla comunicazione sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).       

L'evento è stato ospitato dalla Cancelleria Federale nel Weltmuseum, attualmente in ristrutturazione e chiuso al pubblico. Vi hanno partecipato i responsabili della comunicazione istituzionale di 23 Stati membri del Club, tra cui l'Italia (rappresentata dal Dipartimento Politiche Europee), delle principali Istituzioni europee (Parlamento europeo, Consiglio UE, Commissione europea, Banca centrale europea) e di cinque associazioni/ONG.

I lavori del primo giorno sono stati aperti da Claus Hörr, in rappresentanza dell’ufficio stampa e comunicazione del governo austriaco, e da Stefano Rolando, presidente del Club di Venezia, che ha sottolineato "l'emozione che sempre suscita questa magnifica città, antica capitale di una storia costitutiva della cultura europea". Nel 2015, tra l'altro, Vienna celebra il bicentenario del Congresso di Vienna, i 150 anni della costruzione della Ringstrasse e i 20 anni di adesione dell'Austria all'Unione europea.

Comunicare contro il terrorismo

Nel corso della prima sessione di è discusso di comunicazione antiterroristica, per ridurre i rischi di radicalizzazione e il fenomeno dei foreign fighters.

Edit Schlaffer, sociologa, fondatrice della organizzazione non governativa "Women without Borders" - SAVE (Sisters Against Violent Extremism) ha introdotto i lavori segnalando le sfide poste dalla radicalizzazione alla comunità internazionale: quali pericoli per le società, quale l’impatto sulle famiglie. Ha illustrato il progetto formativo "Mothers' Schools", rivolto alle comunità femminili, concepito da SAVE per aiutare le madri a proteggere i giovani dalle minacce dell’estremismo violento e dal richiamo della radicalizzazione. Ha infine presentato i risultati di una ricerca sul campo, condotta nel quadro delle attività di contrasto al terrorismo.

Christiane Höhn (Consigliera di Gilles De Kerchove, Direttore del Coordinamento antiterrorismo dell’UE, Consiglio dell’UE) ha raccontato come il Consiglio operi concretamente per contrastare l’uso dei social media da parte dell’ISIS, prevenire la radicalizzazione e sviluppare una contro-narrativa in risposta alla propaganda terrorista.

Solo una piccola parte dei combattenti, infatti, si addestra all’estero: il problema è soprattutto il “terrorismo domestico” alimentato attraverso Internet, ma l'attività di controinformazione da parte dell'Europa appare ancora inadeguata. In questo contesto si inserisce l'attività degli esperti di comunicazione di SSCAT (Syria Strategic Communications Advisory Team), gruppo anglo-belga incaricato dalla Commissione di fornire consulenza agli Stati membri per elaborare una "contro-narrativa" che contrasti la propaganda fondamentalista e il reclutamento di foreign fighters

Sulle modalità e i contenuti, il dibattito è stato vivace: per i professionisti di SSCAT, sarebbe opportuno che i governi non utilizzassero messaggi troppo sofisticati, bensì essenziali, in bianco e nero, alla stregua di quelli che l'ISIS rivolge al suo target. Per altri "comunicatori istituzionali" intervenuti, tale approccio rischia di suscitare avversione nei confronti dei governi, con effetti controproducenti: la complessità sociale dell'Europa deve indurre le istituzioni ad agire su più fattori, nel quadro di un dibattito pubblico composto di fonti differenziate. Senza alleanza sociale, la comunicazione istituzionale rischia di trasformarsi in propaganda.

Qualche best practice...

In Germania è stato creato di un punto di contatto per genitori e parenti di persone in via di radicalizzazione, offrendo ascolto e attenzione alle famiglie, coinvolgendo società civile, ONG, istituzioni religiose.

La Spagna ha elaborato un piano nazionale contro la radicalizzazione, con la riforma del codice penale (che ridefinisce i delitti di terrorismo e rende punibili fattispecie che non lo erano), il costante monitoraggio delle minoranze religiose, l’ascolto delle vittime, la diffusione di una “contro-narrativa”, il sostegno alla diversità religiosa e culturale in Siria e Iraq.  

Tra le iniziative del governo francese, prima e dopo l’attentato alla sede di “Charlie Hebdo”, l’iniziativa #stopdjihadisme e il sito Stop djihadisme per prevenire l'estremismo violento e assistere coloro che vogliono collaborare. E' stato realizzato anche un efficace video di appena due minuti, di controinformazione puntuale agli slogan dell’ISIS, costato diversi mesi di preparazione: "Stop-Djihadisme: Ils te disent…"


Governi e social media nelle situazioni di crisi

La sessione ha affrontato specificamente i problemi posti ai decisori istituzionali dall’interazione con i cittadini attraverso le piattaforme web (precisione, affidabilità e rapidità dei flussi comunicativi nella comunicazione di crisi). Obiettivo principale: raccogliere informazioni e scambiare esperienze sull’uso dei social media nei diversi Stati, interrogarsi sul ruolo di questi ultimi nelle situazioni di crisi (es. vi è nella gestione delle situazioni di crisi una strategia di comunicazione? e i social media ne fanno parte?).

Ha introdotto il tema l'olandese Ellis Hazendonk (Senior Communications Advisor, Ministero della sicurezza e della giustizia), descrivendo il modello organizzativo del “National Crisis Centre”, struttura specializzata e trasversale: distribuzione delle responsabilità, coordinamento, formazione professionale. Sull'uso delle reti digitali, un dato significativo: in un Paese dove il 77% della popolazione adulta (+18) è attiva sui social media, appena il 25% afferma di consultarli in situazioni di emergenza, in quanto giudicati non affidabili.

Lefteris Kretsos, Secretary General of Communication del governo greco, ha presentato una relazione dal titolo ambizioso: "Rethinking & rebranding Greece" ovvero ripensare e rinnovare l'immagine della Grecia. La crisi ellenica è oggi di carattere umanitario, allarmante. In sei anni di recessione il PIL si è ridotto del 25% e il reddito del 40%; la mobilità sociale è bloccata, la disoccupazione giovanile ha superato il 57%, mentre la fuga di cervelli depaupera anche il futuro del Paese (il 73% dei ricercatori greci sono impiegati all'estero, contro una media UE del 56%). 

Dai sondaggi emerge che la fiducia dei cittadini greci nei partiti politici è a livelli minimi, così come quella nei confronti dei media tradizionali (tv, stampa), anche perché ritenuti controllati da poteri oligarchici e quindi non liberi. Riscuotono maggior credito, oltre ad esercito e polizia (ai primi posti), i movimenti sociali e i nuovi media. La strategia del governo attuale per riconquistare la fiducia della popolazione è duplice: ripensare e rinnovare l'immagine della Grecia sia nel contesto nazionale che all'estero, intervenendo nello scenario web, collegandosi alla società civile greca e agli espatriati, ecc. 

Comunicare il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership)

La mattinata del secondo giorno di lavori è stata introdotta da Lutz Güllner (Commissione europea, DG Commercio, Capo unità Comunicazione, informazione e società civile), che ha illustrato lo stato dell’arte dei negoziati del TTIP, al momento in una fase di stallo: trasparenza, contenuti, prospettive, contestazioni (particolarmente forti in Austria). Ha inoltre sottolineato l’importanza di un’attività di comunicazione, da parte degli Stati membri, che sgombri il campo dalle false informazioni circa il perimetro e i contenuti del negoziato.

In seguito i partecipanti alla sessione sono stati coinvolti, con l’auto di due trainer della Gaisberg Consulting, in un esercizio di “design thinking” avente per oggetto una campagna di comunicazione positiva sul TTIP. 

In conclusione, il Segretario Generale del Club di Venezia, Vincenzo Le Voci, ha ricordato i prossimi impegni del Club, primo fra tutti la prossima sessione plenaria autunnale, in programma a Milano, nei giorni 22-23 ottobre 2015.

Club di Venezia , Terrorismo , social media

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