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"Recuperati i ritardi, nessun finanziamento ora andrà perduto"

5 agosto 2015

(Intervista di Repubblica al Sottosegretario Gozi) 
 

«Il governo Renzi ha avviato una fase nuova nelle politiche per il Mezzogiorno a cominciare da un significativo recupero della capacità di spesa dei fondi strutturali europei». Sandro Gozi, una lunga esperienza nella Commissione Ue quale consigliere dei presidenti Prodi e Barroso, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con la delega per le politiche europee, respinge al mittente le accuse sempre più martellanti secondo le quali l'esecutivo si starebbe giocando malissimo la partita dei fondi strutturali europei. «Abbiamo recuperato in misura importante la capacità di spesa dei fondi: dal 15% del 2011 al 77 per cento di oggi. E proseguiremo su questa strada».

Il momento è cruciale: sta partendo la programmazione 2014-2020 che riserva all'Italia 32,2 miliardi di fondi di coesione, di cui 22,2 miliardi per le sole regioni Campania, Puglia, Basificata, Calabria e Sicilia. Ma intanto ci sono ancora da utilizzare cospicui residui della precedente tornata, per i quali il tempo stringe.
«Grazie all'ottimo lavoro di Graziano Delrio a Palazzo Chigi (ora la delega dovrebbe passare a Claudio De Vincenti, ndr) abbiamo riprogrammato le scadenze e ottenuto anche norme di flessibilità migliori per cui
nessun finanziamento andrà perduto. Ripeto, aver recuperato in quattro anni 66 punti di capacità di spesa, dall'11 al 77%, mi sembra un risultato che da solo risponde alle accuse di aver abbandonato il Sud. Al contrario, ora siamo impegnati nella programmazione 2014-2020 e puntiamo a concludere entro settembre la fase di approvazione dei progetti. E di questo il Mezzogiorno si gioverà in maniera particolare».

I fondi strutturali sono una forma di redistribuzione dei benefici attraverso l'Europa: l'unica dopo che lo stesso Junker ha detto che con la Grecia si è persa la solidarietà finanziaria e con i migranti quella umanitaria?
«Quella dei migranti è una tragedia in cui ogni giorno c'è un capitolo. Ora la Gran Bretagna, che ha sempre beneficiato a piene mani della clausola dell'opting-out negoziata a Maastricht, per cui è fuori dall'euro, fuori da Schenghen, speriamo non fuori dall'UE dopo il suo referendum, scopre che senza politiche comuni e la cooperazione europea non è in grado di gestire il fenomeno dei migranti. Che richiede una risposta comune, quale è cominciata nel vertice del 20 luglio dove, pur in un momento fra i più difficili per l'Europa, si è aderito alla richiesta italiana e si è proceduto almeno alla ripartizione dei primi 55mila profughi».
Eugenio Occorsio

fondi europei , immigrazione
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