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Migranti, svolta nella UE

28 febbraio 2016

(intervista di QN - Il Giorno/Il Resto del Carlino/La Nazione - al Sottosegretario Gozi)


Superamento del Regolamento di Dublino, flessibilità pluriennale e nuovo piano Juncker per il sociale. Sono i tre pilastri, spiega il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, emersi dall'incontro tra il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, e il premier Renzi.

Juncker ha elogiato l'Italia sull'immigrazione. Chiederà anche la revisione del Regolamento di Dublino?
«A marzo la Commissione presenterà delle proposte per riformare un regolamento che si è rivelato obsoleto e inadeguato. Inoltre, entro fine giugno, si è impegnata a trovare un accordo politico sulla polizia europea di frontiera. Juncker ha riconosciuto che l'Italia è un modello in tema di immigrazione, il Paese che, per primo, ha indicato la via da seguire. Già durante il semestre di presidenza avevamo proposto il superamento di Dublino e la prossima settimana, nel comitato interministeriale Affari europei, presenteremo un documento con le nostre proposte che sarà trasmesso ai nostri partner a Bruxelles prima che la Commissione faccia le sue».

Le nostre quali sono?
«Superare le rigidità del principio dello Stato di primo approdo, stabilire un sistema permanente di condivisione dell'onere per i rifugiati tra tutti í Paesi europei, un vero diritto d'asilo europeo con una maggiore convergenza delle regole e delle procedure dei vari Stati. La via migliore sarebbe affermare il principio del mutuo riconoscimento tra i vari sistemi».

Juncker e Renzi chiedono un'Europa più solidale, intanto però si alzano muri.
«La solidarietà è un principio giuridicamente vincolante, la Commissione cì ha assicurato che vigilerà perché le iniziative nazionali rispettino le regole comuni. Schengen non va smantellata, ma rafforzata: non è rinunciando alla libertà che aumenta la sicurezza».

Il premier ha detto che la solidarietà si applica sempre o non si applica mai. Qualcuno l'ha letto come un ricatto.
«Nessun ricatto, solo un richiamo alla responsabilità. L'Italia rispetta le regole e versa i contributi, ma pretende che anche gli altri Paesi rispettino i propri impegni. Mentre sulla riallocazione c'è una forte opposizione di alcuni Paesi dell'Europa centrale e orientale».

L'altra priorità è quella economica: la procedura d'infrazione è un pericolo scampato?
«Con Juncker si è deciso di iniziare un percorso condiviso pluriennale sulla flessibilità così come interpretata dalla Commissione (non quella più restrittiva dell'Ecofin, ndr). Il ministro Padoan è stato chiaro: il debito inizierà a scendere come chiede Bruxelles».

Quindi, flessibilità anche nel 2017?
«Noi vogliamo un discorso pluriennale, ne discuteremo. Moscovici e Padoan lavorano a un percorso per quest'anno e il prossimo. Se ogni settimana si rimettono ìn discussione le basi della flessibilità, è impossibile programmare gli investimenti».

Preoccupa la disoccupazione: troppo alta, non solo in Italia.
«A primavera la Commissione presenterà un pacchetto di misure in materia sociale, tra le quali ci sarà anche il lavoro. Inoltre, in vista del rilancio nel 2017 preparerà un libro bianco per un'Europa che torni a conciliare economia, welfare e diritti fondamentali. Tra le proposte italiane, che Juncker ha apprezzato, c'è l'indennità europea di disoccupazione».

Il governo viene spesso accusato di alzare la voce perché privo di sponde in Europa, è così?
«Assolutamente no. L'azione di Renzi è vista come un riferimento in Europa: noi partiamo dalle proposte concrete e su queste cerchiamo le alleanze. Con la Svezia stiamo lavorando sul welfare, con la Germania sulle politiche di asilo, c'è un'azione congiunta con britannici e svedesi sul mercato unico digitale per le piccole e medie imprese».

La Germania si è rivelata un alleato sull'immigrazione, ma sull'economia resta il muro. Propone tetti ai titoli di Stato nelle banche...
«La Commissione non ne discute, non ci sono proposte. Comunque, su questi tetti, noi ci opponiamo a priori».
Alessia Gozzi

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