Governo italiano
lingua attiva: Italiano (Italia) ITA

L'urgenza della nuova Europa

27 febbraio 2016

(articolo sull'Unità del Sottosegretario Gozi)


Impossibile rilanciare l'Europa senza l'Italia. Essenziale dialogare e cooperare tra Italia e Commissione sulle priorità immediate e sulla necessaria riforma dell'Unione. È questo il senso profondo dell'incontro tra Matteo Renzi e Jean- Claude Juncker, alla sua seconda visita ufficiale in uno Stato membro (la prima fu a Cipro).

Crescita e investimenti sono la grande priorità: l'Italia è tra i paesi che usa di più il Piano Juncker e continuerà a farlo. Perché noi vogliamo un'Europa che moltiplichi le opportunità, non i vincoli, e vogliamo sfruttare sempre di più le opportunità offerte dall'Europa. Ciò vuol dire applicare le regole in modo flessibile, cioè non stupido, per favorire le riforme e gli investimenti.

Vogliamo poi un'Europa molto più sociale: su questo, lavoreremo sia nella zona euro, sia con altri paesi interessati a questo grande progetto, a partire dalla Svezia. Né l'Unione può rimanere a guardare nel momento in cui Schengen rischia di venire smantellato. Le chiusure delle frontiere interne sono finte soluzioni innanzi a veri problemi transnazionali come la crisi dei rifugiati.

Schengen vuoi dire libertà, vuol dire Erasmus, vuol dire opportunità, vuol dire giovani. Quei giovani a cui vogliamo far riscoprire il sogno e la visione di Altiero Spinellí e l'importanza di Ventotene. I problemi transnazionali richiedono nuove soluzioni comuni, a partire dal superamento delle regole Dublino per un vero diritto d'asilo europeo. Sono obiettivi sui quali Italia e Commissione lavoreranno insieme e sui cui l'Italia sarà sempre più esigente nei negoziati e sempre più affidabile nel mantenere gli impegni assunti. Come abbiamo dimostrato con le recenti proposte sulla nuova politica economica e su quelle che faremo sulla politica di asilo.

Il Country-Report della Commissione conferma che la nostra rotta è quella giusta: il debito pubblico finalmente comincia a scendere, dopo tanti anni in cui è cresciuto incessantemente, e le tante riforme positive fatte cominciano a dare i loro frutti: Jobs Act, Pubblica Amministrazione, Giustizia, Scuola solo per citare le principali. La stessa riduzione delle infrazioni UE da 119 a 83 in soli due anni è un segno molto concreto e tangibile della nostra serietà e della nostra affidabilità. Ma vogliamo anche lavorare per un più ampio rilancio europeo: nel 2017, con la celebrazione dei 60 anni del trattato di Roma, dovremo realizzare concretamente quel nuovo inizio che abbiamo promesso dopo le elezioni europee del 2014 e avviare la riforma dell'Unione.

Ieri Juncker ha avuto da Renzi la conferma: l'Italia è tornata in Europa, si è ripresa il ruolo che le spetta. E lavorerà per costruire l'Europa che si aspettano gli europei: un'Europa più politica, più democratica, più capace di raccogliere le sfide globale. Soprattutto, un'Europa capace di riaccendere la speranza.
Sandro Gozi

infrazioni
Torna all'inizio del contenuto