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Gozi: “Sul futuro dell'Erasmus l'UE raddoppia. Anche per gli insegnanti”

14 novembre 2017

Il Sottosegretario Sandro Gozi intervistato da Avvenire: futuro dell'Erasmus, e quanto propone oggi la Commissione europea in materia di formazione, i temi affrontati nell'intervista.


 

Roma. Una “Carta dello studente europeo”, connessioni internet ad alta velocità per tutte le scuole, ma anche il raddoppio dei partecipanti all'Erasmus e la possibilità per gli insegnanti di formarsi per “almeno sei mesi” all'estero.

Sono alcuni punti della comunicazione che oggi la Commissione Europea indirizzerà alle altre istituzioni Ue. “Un atto con valenza propositiva, ma importante, perché conferma come l'Europa dei prossimi anni, per crescere, dovrà puntare ancor di più su istruzione e cultura, grazie alle opportunità offerte da esperienze collaudate come quella erasmiana, che dal 1987 ha permesso a 9 milioni di studenti europei di formarsi all'estero”, spiega il sottosegretario alle Politiche Europee Sandro Gozi, al quale oggi l'università svizzera di Friburgo conferirà un dottorato honoris causa in lettere.

Bruxelles punta anche sul “mutuo riconoscimento” di diplomi e “comparabilità” dei curricula?

Si, è uno snodo decisivo per il futuro di milioni di giovani europei. Con strumenti come la “Carta dello studente europeo”, si potranno finalmente eliminare ostacoli assurdi che oggi impediscono il riconoscimento di periodi di studio all'estero: se mi interessa formarmi in Danimarca, ma temo che non mi venga riconosciuto in patria, ci penserò prima di farlo. E un analogo riconoscimento varrà per curricula e qualifiche professionali.

Come sarà finanziata questa super mobilità per istruzione e cultura?

Il bilancio di 14,7 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 già rappresenta un aumento del 40%, rispetto alla programmazione precedente. L'Italia ha chiesto di decuplicare quelle risorse dal 2020 in poi, ma l'obiettivo possibile è quantomeno di raddoppiarle.

In Italia nascerà una “Scuola europea di governance transnazlonale”?

La Commissione propone di creare delle reti di eccellenza fra le università europee. E, al loro interno, riprenderà la proposta italiana di aprire presso l'Istituto europeo di Firenze una “school of transnational governance”.


Intervista di Vincenzo R. Spagnolo - Avvenire

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