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Gozi: «Né bravi, né somari: siamo stati solo determinati»

19 novembre 2014

(intervista di QN al Sottosegretario Gozi)


La soddisfazione per aver portato la Ue, nel semestre di presidenza italiano, dove in fondo voleva il governo e cioè «a cambiare verso, mettendo il sistema di Bruxelles al servizio delle scelte politiche dei leader» è enorme: «Proprio in queste ore, si è stabilito che la commissione Juncker presenterà il piano di investimenti da 300 miliardi nel consiglio di dicembre, poi che terremo una o due riunioni l'anno per verificare il rispetto dei principi e delle libertà fondamentali nei paesi dell'Unione; infine, stiamo mettendo a punto una nuova programmazione delle attività delle istituzioni europee», dice il sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, al termine della prima giornata del Consiglio affari
generali.

Juncker non è solidissimo: riuscirà a mantenere gli impegni?
«Siamo convinti che ce la farà. Questa commissione può svolgere quel ruolo politico che la commissione Barroso aveva perso».

I soldi arriveranno a gennaio?
«Sì».

È valsa la pena di fare i bravi in Europa o dovevamo sforare il patto come la Francia?
«Non abbiamo fatto né i bravi né i somari. Ci siamo battuti per le nostre priorità e abbiamo ottenuto molto rispetto a quanto la commissione chiedeva, vale a dire un aggiustamento dello 0,8%».

La legge di stabilità ora convince di più Bruxelles?
«Lo vedremo il 24 novembre, quando ufficializzerà il giudizio. Riteniamo che la manovra finanziaria sia convincente, fa fare passi avanti non solo all'Italia ma all'intera zona euro, in quanto cambia impostazione rispetto a quella tutta austerità del passato».

Assicura Delrio che le spese sostenute per affrontare il dissesto saranno in deroga al patto di stabilità interno. Saranno in deroga pure a quello europeo?
«La discussione è aperta. Noi riteniamo che nei trattati europei ci siano i margini perché questo accada. Ci sono infatti disposizioni che prevedono misure di solidarietà per le catastrofi naturali: una solidarietà finanziaria, per noi, comporta il mancato calcolo ai  fini del patto delle spese per le catastrofi».

L'Italia cambierà verso anche nell'utilizzo dei fondi europei?
Noi abbiamo fatto un nuovo accordo di partenariato con l'Europa che prevede una diversa organizzazione nei prossimi 6 anni con l'agenzia territoriale, insistendo anche su una migliore formazione degli amministratori locali per evitare spreco di risorse. Se non fosse sufficiente, il governo si sostituirà alle Regioni per utilizzare i fondi nei territori che ne hanno bisogno».

Si farà una spending review per la burocrazia europea?
«La burocrazia incide sul bilancio per il 5%, non è tantissimo. E' importante un'ulteriore revisione, però ora puntiamo a dare un senso a quei soldi dati alle istituzioni: cerchiamo
di armonizzare il loro lavoro per raggiungere gli obiettivi indicati dalla politica».

È nata la macroregione adriatica: quali sono i vantaggi?
«Una migliore cooperazione su temi rilevanti come turismo, sviluppo e cultura su cui potremmo esercitare un ruolo di leadership».
di Antonella Coppari

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