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Gozi: l'UE dimostri vicinanza. La sicurezza del territorio non riguarda soltanto noi

31 agosto 2016

(Intervista del Sottosegretario Sandro Gozi al Corriere della Sera)


Il presidente del Consiglio Matteo Renzi dice rivolto all'Unione Europea che quello che serve per il piano Casa Italia, lo prenderemo.

Cosa serve, sottosegretario Sandro Gozi?
«È una partita completamente nuova che ci giochiamo. La difesa del territorio, la messa in sicurezza della popolazione, del patrimonio edilizio e storico artistico sono un problema europeo. Italia e Grecia sono soggette a terremoti, altri Paesi a forti inondazioni, è giusto che l'Europa faccia qualcosa, soprattutto dopo la Brexit».

Un nuovo banco di prova per la Ue?
«Quello che chiedono gli europei è la vicinanza dell'Unione ai suoi cittadini. Muoversi per favorire la prevenzione dei rischi dovuti alle calamità naturali sarebbe un segnale molto forte in questo senso».

Invocherete le circostanze eccezionali per finanziare parte della ricostruzione in deficit, o secondo voi queste spese vanno proprio depurate dal bilancio?
«Vedremo, ne parleremo. Ma che ci si trovi davanti a circostanze eccezionali è indubbio. Come è sicuro che un piano del genere, che è un piano a lungo termine, avrebbe effetti benefici ed in piena linea con la politica della Ue. Sarebbe un'operazione strutturale, capace non solo di garantire la sicurezza dei cittadini e dei loro beni, stimolerebbe gli investimenti, l'occupazione, la crescita. E garantirebbe una miglior sostenibilità del bilancio pubblico. Ma il piano deve ancora essere dettagliato ed è prematuro parlare del ruolo dell'Europa. Poi queste discussioni vanno fatte con la Commissione, ma anche nel Consiglio tra ministri competenti».

Quali spese possono essere scomputate dal bilancio e dal deficit?
«Tutte quelle legate all'emergenza. I soccorsi, l'allestimento delle strutture di accoglienza, l'assistenza agli sfollati, il ripristino delle infrastrutture essenziali, la pulizia dei detriti».

Avete chiesto anche l'intervento del Fondo Ue di solidarietà come per L'Aquila e l'Emilia, che potrebbe destinarci 350 milioni di euro.
«Abbiamo tre mesi dal primo evento, quindi dal 24 agosto, per presentare una richiesta sostenuta dall'indicazione analitica dei danni diretti causati dal sisma. Purtroppo sappiamo come si fa e faremo presto».

Governo e Regioni potrebero concedere degli aiuti alle imprese colpite dal terremoto, ma anche qui ci sono vincoli europei.
«C'è un regime speciale per gli aiuti alle imprese in seguito ad eventi eccezionali, ma dobbiamo stare attenti. Tra il 1990 ed il 2009, dopo terremoti ed alluvioni, lo Stato ha concesso aiuti ma senza seguire le procedure corrette. Con il risultato che 89 mila imprese hanno rischiato di restituire gli aiuti. Adesso, grazie a un intenso dialogo ntenso dialogo con la commissaria Vestager abbiamo quasi risolto tutte le questioni ereditate dal passato, ma non dobbiamo fare gli stessi errori. Gli aiuti si possono dare, ma a certe condizioni, e abbiamo preso le misure necessarie per rispettarle. Serve un nesso causale diretto tra i danni subiti e il sisma, si deve certificare la perdita di reddito dovuta all'interruzione dell'attività e pesare i costi ammissibili».

Mario Sensini

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