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Gozi: «Domani nuove misure per il credito»

19 gennaio 2015

(intervista di QN - Giorno, Carlino, Nazione - al Sottosegretario Gozi)

Si comincia a svoltare e «il 2015 potrebbe essere più roseo delle previsioni» per l'Italia. Ne è convinto Sandro Gozi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei. Grazie anche al nuovo piano di SuperMario Draghi. «Per uscire dalla crisi - sottolinea Gozi - il triangolo magico è: bazooka della Bce, investimenti europei e riforme strutturali». E il governo è intenzionato a fare la sua parte: «In arrivo già domani misure per favorire l'accesso al credito di famiglie e imprese», annuncia il sottosegretario.

Draghi giovedì alzera il velo sul famoso Quantitative easing, cioè l'acquisto anche di titoli di Stato. Padoan ha chiesto che sia senza vincoli, probabilmente non sarà così. Rischia di essere uno strumento zoppo?
«Credo che il Qe debba essere il meno condizionato e il più consistente possibile per avere un maggiore impatto. Finora Draghi ha dimostrato che anche con questo statuto della Bce si può fare molto. Lui sa benissimo cosa. La nostra risposta deve essere quella di andare avanti sul percorso delle riforme strutturali e degli investimenti a livello europeo».

Nel braccio di ferro al board Bce sembra prevalere la linea tedesca della 'non condivisione dei rischi' dell'acquisto di band sovrani. Non è un segnale sbagliato, anche ai mercati?
«Non credo che nel momento in cui si attuano interventi così importanti si possa 'rinazionalizzare' il sistema della banca centrale europea. L'intervento dovrebbe essere, anche a livello di garanzie, europeo. Quando si ha una moneta comune si devono rendere comuni rischi e vantaggi. Viceversa, si andrebbe verso una diffidenza tra Paesi e banca centrale, che invece va abbattuta. Senza fiducia reciproca sarà difficile uscire come Europa dalla crisi».

Per i nostri conti pubblici sarebbe comunque una boccata d'ossigeno.
«Ci sarebbero indubbiamente etfetti positivi sul risanamento del Paese e sul consolidamento dei conti pubblici, che andrebbero a sostegno degli interventi che il governo sta facendo. Dobbiamo approfittare di questa boccata d'ossigeno per accelerare sulle riforme».

C'è il rischio che anche questa volta l'intervento di Draghi non arrivi all'economia reale. Tradotto: pochi prestiti a imprese e famiglie.
«E' sicuramente il punto debole. Questa volta bisogna avere la certezza che gran parte di questa liquidità arrivi alle imprese attraverso le banche. Nella prima fase della crisi l'urgenza era acquistare titoli di Stato (per calmierare gli spread, ndr), ora è fare arrivare il credito all'economia reale. La Bce deve porre delle condizioni precise in questo senso».

E il governo si sta muovendo in questa direzione?
«Domani il governo discuterà un pacchetto molto articolato di norme che affrontano il nodo del settore bancario per razionalizzare il sistema, con l'obiettivo di migliorare i canali di finanziamento e aumentare le possibilità di accesso al credito delle imprese, soprattutto piccole e medie, anche attraverso un miglioramento dei servizi e la riduzione dei costi delle operazioni. Per quanto riguarda le famiglie, gli ultimi dati sull'accesso ai mutui per l'acquisto della prima casa ci stanno indicando un progressivo incremento».

L'ultimo bollettino di Bankitalia taglia le stime di crescita del Pil allo 0,5% nel 2014. Nel governo siete più ottimisti?
«Cominciamo a vedete segnali positivi. Questa nuova mossa della Bce, il margine di 4-5 miliardi della nuova flessibilità europea negli investimenti (una nostra richiesta accolta da Bruxelles), la riduzione del prezzo del petrolio e l'indebolimento dell'euro sono tutti elementi che vanno a favore dell'Italia. Quindi, penso che le previsioni per il 2015 possano migliorare».

Alessia Gemei

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