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Cara Angela ora serve l'Europa

14 marzo 2016

(articolo sull'Unità del Sottosegretario Gozi)


La xenofobia e il razzismo sono di ritorno anche in Germania. Il boom di consensi della destra estrema di Alternative für Deutschland (Afd) nelle elezioni regionali di ieri è un segnale chiarissimo. Da movimento anti euro, Afd si è rapidamente convertito sotto la guida di Frauke Petry e Jörg Meuthenin in movimento xenofobo e anti-immigrati, cogliendo l'umore del Paese, soprattutto dopo i fatti di Colonia. Si è trattato di elezioni che riguardano il 20% della popolazione tedesca e che hanno penalizzato i partiti di governo: la CDU ha perso molti voti, la SPD ha subito una sconfitta pesantissima. E l'affermazione nella piccola Renania Palatinato dei Socialdemocratici certo non può bastare ad attenuare la sconfitta. Significativa, certo, anche perché la socialdemocratica Malu Dreyer ha nettamente sconfitto l'asso nascente Julia Kloechener, che aveva criticato proprio la politica di Merkel sui rifugiati. La CDU diventa il secondo partito nel Baden-Wiirttemberg dove vincono nettamente i Verdi; mentre vince, pur perdendo voti, in Sassonia-Anhalt.

Qui però l'Afd ottiene un risultato senza precedenti per un partito estremista, ottenendo oltre il 24% secondo gli Exit poll. Insomma, un risultato difficile da leggere ma con cause facilmente identificabili. Il dibattito politico tedesco si è radicalizzato attorno ad un solo ed unico tema: i rifugiati. E la prima lezione che possiamo trarre è altrettanto netta: l'Europa debole, che esita, che perde tempo non conviene a nessun partito di governo. Ora questa lezione vale anche per la Germania: l'assenza di Europa, la mancanza di solidarietà, la politica dei rinvii e dei tatticismi spiana la strada all'odio e alla xenofobia. Da tempo noi denunciamo, a Roma e a Bruxelles, che l'Europa rischia di soffocare nella spirale tra tecnocrazia e populismo. Ora lo faremo ancora di più, perché diventa ancora più urgente costruire una vera politica europea per l'immigrazione e l'asilo.

Abbiamo perso molto tempo, e il prezzo che lo stesso governo di Angela Merkel paga per questo è altissimo. Ma i rischi per la nostra Unione sono ancora più alti, per questo la prima risposta deve venire già dal prossimo Vertice europeo e dalla conclusione di un accordo con la Turchia che risponda all'emergenza rifugiati con soluzioni concrete, attuabili e nel pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. Turchia che è stata di nuovo colpita da un duro attacco terroristico che conferma un altro aspetto moto importante per l'intera vicenda: l'Unione ha bisogno della Turchia per gestire la crisi rifugiati, ma anche Ankara ha molto bisogno di noi per la sua sicurezza.

Per la Spd, il dopo elezioni regionali è ancora più duro. Senza dubbio, la Spd ha pagato il classico pezzo del "junior partner" nei momenti di difficoltà dei governi di coalizione. Ma la Spd ha pagato anche caro un'identità sempre meno definita e a tratti altalenante, che si tratti di rifugiati o di economia. Dobbiamo auspicare che i nostri alleati socialdemocratici tornino a una politica più netta, sia rispetto al negoziato turco che soprattuto rispetto al fortissimo bisogno di una nuova politica economica europea. Un mese fa, sulla Suddeutsche Zeitung, Sigmar Gabriel sembrava dare segnali positivi i in questa direzione. Ora dobbiamo accelerare: non è più tempo di rinvii ed esitazioni. È tempo di rispondere in modo efficace all'emergenza e di cambiare le politiche europee. Qui e adesso.
Sandro Gozi

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