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«Bene la flessibilità. In Europa serve una vera politica economica»

16 dicembre 2014

(intervista del Corriere della Sera al Sottosegretario Gozi)


«Sino a qualche anno fa era tabù solo discutere di funzionamento delle istituzioni o di politiche degli investimenti e flessibilità. Oggi, anche grazie alla svolta politica sulla quale abbiamo tanto insistito, non è più così». Sandro Gozi ha la delega agli Affari europei e in questi giorni è nella capitale belga per un incontro con Donald Tusk per i lavori preparatori del Consiglio di giovedì. Si ritiene più che soddisfatto dalla caratura politica del piano che Juncker sta definendo: «Mi sembra un inizio molto buono, si annunciano incentivi per i Paesi che fanno riforme strutturali, un riesame delle parti del patto dí Stabilità che sono da migliorare. Juncker si sta concentrando sulle reali priorità. Si deve arrivare a una vera unione economica e dei bilanci, e questo passa anche per una proposta da parte della Commissione su come migliorare le norme».

Per ora siamo agli annunci, è già accaduto in passato.
«Non con questa forza e con queste premesse. La Commissione si impegna sul tema della flessibilità a partire dal 2015. Lo fa recuperando un ruolo politico che negli ultimi anni ha drammaticamente perso. Quando dice che la sua squadra deve essere piccola con le cose piccole e grande con le cose grandi, Juncker sta impostando una primazia della politica sulla tecnica che noi sosteniamo da tempo. Siamo fiduciosi che a gennaio si facciano i primi passi sulla flessibilità».

Il programma è anche una denuncia: così le istituzioni della UE non funzionano. Cosa va cambiato?
«Serve una vera politica economica non un'applicazione di regole parziali e in parte disomogenee. Ne siamo straconvinti. Durante il nostro semestre abbiamo posto il tema del funzionamento delle istituzioni, di una semplificazione ineludibile. Per esempio occorre semplificare in modo drastico le regole sugli appalti. Questa UE è troppo complessa per essere efficace. Occorre una netta discontinuità con gli ultimi dieci anni e questo richiede da parte di tutti i commissari un gioco di squadra, a cominciare dal Piano per gli investimenti,
per il quale occorre che tutti gli strumenti del bilancio siano messi a disposizione».

piano Juncker , flessibilità
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