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"Ancora austerità? E' impensabile con il Pd al 40%"

3 giugno 2014

(intervista del Secolo XIX al Sottosegretario Sandro Gozi)


Sandro Gozi è l'uomo del governo in Europa. E' il sottosegretario di Matteo Renzi, con delega agli affari europei. Conosce bene l'Ue, ha lavorato con Romano Prodi alla Commissione, e giudica positivamente le raccomandazioni, assicurando che non ci sara «nessuna manovra» e che l'Italia non può accettare «più austerità».

L'Ue raccomanda di fatto una manovra correttiva. Obbedirete?
«Non vedo la richiesta di una manovra correttiva, siamo soddisfatti delle raccomandazioni perché innanzitutto c'è un forte apprezzamento delle nostre riforme. E' una conferma che quelle che facciamo sono giuste...».

Ma chiedono sforzi aggiuntivi perché l'aggiustamento strutturale è dello 0,1% del Pil, anziché dello 0,7%. Ancora la linea "rigorista"...
«Ci sono riflessi automatici, che però ormai appartengono a passato. Noi imposteremo il nostro ruolo in Europa su una linea più favorevole alla crescita. Escludo qualunque manovra aggiuntiva, che non ci viene richiesta, anche perché lo scostamento è veramente minimo... Per noi una maggiore austerita non è neppure pensabile, credo che questo sia evidente. Credo sia chiaro a tutti che per il governo di Renzi, tanto più dopo questo risultato elettorale, maggiore austerita non è pensabile. E' inutile curare il malato con dosi massicce di farmaci che poi lo uccidono. In questo caso rinviare il pareggio del bilancio serve a questo scopo, a rilanciare la crescita. Per noi il consolidamento fiscale non è fine a se stesso, il fine è la crescita e il benessere, non bisogna farsi prendere da riflessi automatici come a volte capita a Burxelles, anche se oggi non è capitato a Barroso».

Quindi dice che l'Italia non è stata "rimandata" a settembre'?
«Veniamo incoraggiati a proseguire le riforme e ad avviarne di nuove: penso alla riforma della Pa e della giustizia civile, che verranno varate dal governo a giugno. Riforme di cui si parla daventi anni senza che nessuno le abbia fatte. Ma noi siamo liberi dai conflitti di interessi di chi ha governato in passato e siamo in grado di realizzarle. Grazie al grandissimo successo di Renzi possiamo fare quello che non è stato possibile fare in questi anni. E poi c'è la credibilita del governo in economia, a partire dal lavoro di Padoan, che promuove un consolidamento fiscale intelligente».

Cosa sono gli sforzi aggiuntivi allora?
«C'è una valutazione diversa sulle entrate delle privatizzazioni, noi continueremo a lavorare sulle previsioni del Def che la Commissione ammette essere una buona base. Ci aspettiamo importanti riduzioni progressive della spesa grazie alla spending review. Del resto, la Commissione aveva gli strumenti per dire che non ci dava il rinvio del pareggio. Ma non lo ha detto».

Merkel non ha perso l'abitudine alla battutine, ha chiamato Renzi "matador"... Come pensate di ottenere quello che non hanno avuto i governi prima di voi?
«La battuta del matador penso fosse benevola. Oggi ci sono due personalita forti in Europa, Renzi e Merkel. Credo che la cancelliera sia consapevole della necessita di iniziare a lavorare per la crescita».

Userete il semestre di presidenza italiano per promuovere questo cambio di rotta?
«Vogliamo che si parli meno degli "zero virgola" di scostamento di bilancio e più politica per la gente. Per questo non siamo interessati a totonomine, vogliamo usare il semestre per disegnare le priorita dell'Ue».

Ma le nomine, a cominciare da quella del presidente della commissione, possono aiutarvi a realizzare le vostre politiche...
«Infatti poniamo questi obiettivi, poi valuteremo quali candidati sostenere. Per noi è importante che si impegnino sul cambiamento delle politiche auspicato dai cittadini europei».

Darete il voto solo a chi inserira le vostre priorita in agenda?
«Per noi è essenziale che ci sia un impegno in questo senso. Vogliamo usare il semestre per parlare di politica industriale, della "garanzia giovani", dell'energia che deve essere al centro delle priorita e soprattutto vogliamo una revisione della "strategia 2020", per avere politiche mirate su crescita e competitivita. E' questo che intendiamo come nuova politica economica europea, oltre a politiche più flessibili che incoraggino le riforme dei paesi che hanno cominciato a farle, come noi e come Valls (il premier francese, ndr) in Francia».

Farete asse con la Francia contro Berlino, come chiede Prodi?
«Valls per noi è un interlocutore determinato e credibile, ma non si tratta di fare assi "'contro", dobbiamo avere con noi la Germania. E stiamo lavorando anche con i Paesi Bassi e altri paesi, "falchi" fino a qualche settimana fa... Si comincia ad essere consapevoli che la riduzione del debito non può essere fine a se stessa, ma deve essere a servizio del benessere e crescita sostenibile».
di Alessandro Di Matteo

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