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CIACE

L'idea di creare una sorta di "Gabinetto degli affari europei" nasce con la Legge 4 febbraio 2005, n. 11 ("Norme generali sulla partecipazione dell'Italia al processo normativo dell'Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari"). 

La legge n.11/2005 prevede, per la prima volta, l'istituzione del CIACE, il Comitato Interministeriale per gli Affari Comunitari Europei. Si tratta di una novità di particolare rilievo elaborata sulla scorta di esempi di diritto comparato con altri Stati membri.

L'obiettivo è quello di consentire, attraverso uno strumento sufficientemente snello e di facile convocazione, l'approfondimento delle tematiche riguardanti la partecipazione del nostro Paese all'Unione Europea, coordinando tra loro i Ministri interessati alle materie poste, di volta in volta, all'ordine del giorno. La norma prevede anche la possibilità per le regioni, le province autonome e gli enti locali di partecipare al CIACE quando all'ordine del giorno vi siano questioni di loro interesse.

Il CIACE, per la preparazione delle proprie riunioni, si avvale di un Comitato tecnico permanente istituito presso l'allora Dipartimento per le Politiche Comunitarie ove opera anche l'ufficio di segreteria.

Compiti e funzionamento del CIACE sono stati disposti con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 gennaio 2006. Compiti, composizione e funzionamento del Comitato tecnico sono stati invece regolamentati con Decreto del Ministro per le Politiche Comunitarie 9 gennaio 2006.

Con la legge 24 dicembre 2012, n.234, sono state riformate organicamente le norme che regolano la partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa europea, anche a seguito delle modifiche intervenute nell'assetto dell'Unione Europea a partire dal 2009, a seguito dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Tra queste, la ridenominazione del Comitato in CIAE (Comitato Interministeriale per gli Affari Europei).

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