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Coronavirus, la risposta dell'UE

16 aprile 2020

La Commissione europea ha intensificato l'impegno nella lotta all'epidemia e sta monitorando attivamente le ripercussioni economiche del coronavirus negli Stati membri e nel resto del mondo. Le previsioni economiche d'inverno della Commissione, presentate il 13 febbraio 2020, hanno già individuato nel COVID-19 un nuovo rischio di evoluzione negativa per l'economia europea. La notevole incertezza in questa fase rende molto difficile prevedere l'impatto del virus sull'Europa. È tuttavia evidente che, con la massiccia diffusione del virus al di fuori della Cina, l'impatto negativo sull'economia europea sarà forte.

Data l'incertezza in merito all'entità e alla durata dell'impatto economico della crisi non si è ancora in grado di valutare gli effetti dell'epidemia sull'economia. Da prime stime svolte dalla Commissione si potrebbe avere una contrazione del PIL reale dell'1% nell'UE nel 2020, ma in caso di crisi prolungata fino all'inizio di giugno o oltre, il calo dell'attività economica nel 2020 potrebbe essere paragonabile alla contrazione del 2009, l'anno peggiore della crisi economica e finanziaria.

Per attenuare gli effetti della crisi la Commissione ha adottato diversi provvedimenti:

  • una risposta economica globale all'epidemia del 13 marzo
  • quadro temporaneo per gli aiuti di Stato il 19 marzo
  • la proposta di attivare la clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita il 20 marzo.

Oltre a queste misure a livello macroeconomico, la Commissione ha adottato la "Corona Response Investment Initiative" da 37 miliardi di euro per il sostegno al settore sanitario, al mercato del lavoro e alle piccole e medie imprese.

Pacchetto di misure del 2 aprile per mobilitare fondi 

Il 2 aprile 2020, la Commissione ha avanzato diverse proposte al fine di mobilitare ulteriori fondi da destinare a mitigare e contrastare gli effetti dell’emergenza. Ecco le principali misure del pacchetto. 

Schema di riassicurazione SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency)

Attraverso il ricorso all'art. 122.2 del Trattato saranno realizzate emissioni della Commissione per un valore fino a 100 miliardi per assistenza/prestiti agli Stati, con una garanzia del 25% da parte degli Stati Membri sotto forma di capitale 'a richiesta'.

Con i fondi SURE, gli Stati Membri potranno finanziare regimi di cassa integrazione e misure analoghe riferite a lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi.

Si tratta di uno strumento già previsto nei piani della Commissione, che avrebbe dovuto essere presentato a fine anno per il successivo Quadro Finanziario Pluriennale ora anticipato e legato all'emergenza COVID19.

Flessibilità nell'utilizzo dei fondi strutturali 2014-2020

La Commissione ha proposto di consentire maggiore flessibilità nell'uso dei fondi strutturali in modo che gli Stati membri possano trasferire denaro tra diversi fondi per soddisfare le esigenze connesse con l’emergenza COVID 19. Ad esempio, i fondi stanziati per progetti infrastrutturali potrebbero essere utilizzati per acquistare ventilatori medici, sostenere le PMI o investire in programmi di lavoro a breve termine.

Sono eliminate temporaneamente le condizioni alle quali le regioni hanno diritto a ricevere sostegno. Ciò consentirà il reindirizzamento delle risorse verso le regioni (es. Lombardia e Veneto) maggiormente colpite dalla crisi.

Come misura temporanea ed eccezionale, gli Stati membri possono richiedere fino al 100% (senza obbligo di cofinanziamento) di finanziamenti dal bilancio dell'UE tra il 1 luglio 2020 e il 30 giugno 2021 per programmi che affrontano l'impatto della pandemia.

Le altre iniziative del pacchetto riguardano:

  • la proposta di adattare il Fondo di aiuti europei agli indigenti per garantire che le consegne di generi alimentari possano continuare nel luogo in cui sono necessarie, garantendo nel contempo che coloro che erogano e quelli che ricevono aiuti restino al sicuro.
  • Misure specifiche a sostegno di pescatori e agricoltori europei.
  • Reindirizzare i fondi disponibili del bilancio dell'UE (circa 3 miliardi €) attraverso un nuovo strumento di solidarietà dell'UE - lo Strumento di sostegno di emergenza dell'Unione Europea per il settore sanitario.

Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS )

La Commissione europea ha sbloccato 1 miliardo di € dal Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) a titolo di garanzia per il Fondo europeo per gli investimenti (FEI), parte del gruppo Banca Europea per gli Investimenti. In questo modo il FEI potrà fornire garanzie speciali per incentivare le banche e altri finanziatori a fornire liquidità, per un importo disponibile stimabile in 8 miliardi di €, ad almeno 100mila PMI e piccole imprese a media capitalizzazione europee colpite dalle conseguenze economiche della pandemia di coronavirus.

Mobilità

La pandemia di COVID-19 ha avuto un forte impatto dirompente sulla mobilità e sui trasporti transfrontalieri europei, data la stretta connessione delle catene di approvvigionamento europee.

Le misure introdotte a livello di Stati membri per rallentare la diffusione del virus hanno talvolta anche rallentato e paralizzato il trasporto. La Commissione ha quindi adottato misure su più fronti per garantire che le catene di approvvigionamento a livello dell'UE continuino a funzionare.

Per ovviare alle criticità riscontrate alle frontiere europee nei primi giorni dell'emergenza sanitaria, la Commissione europea ha prontamente emanato il 16 marzo 2020 il documento "COVID19 - Guidelines for border management measures to protect health and ensure the availability of goods and essential services" che fornisce orientamenti per un approccio integrato alla gestione efficace delle frontiere per proteggere la salute, preservando al contempo l'integrità del mercato unico.

Le predette linee guida della Commissione ribadiscono che:

  • nessuna certificazione supplementare può essere imposta ai beni che circolano legalmente nel mercato unico
  • secondo l'EFSA (l'Autorità europea per la sicurezza degli alimenti) non ci sono evidenze che gli alimenti siano fonte di trasmissione di COVID-19
  • gli Stati membri devono preservare la libera circolazione delle merci e garantire la catena di approvvigionamento di prodotti essenziali come gli alimenti deperibili
  • eventuali restrizioni al trasporto e alla circolazione delle merci dovrebbero essere adottate dagli Stati membri sulla base di fondati motivi, essere proporzionate, non discriminatorie e notificate in anticipo rispetto alla loro adozione alla Commissione ed agli altri Stati membri

Il 23 marzo 2020 la Commissione europea ha pubblicato ulteriori linee guida sulle modalità di gestione delle frontiere, in modo da consentire il trasporto delle merci in tutta l'UE. Gli Stati membri sono invitati a designare valichi di frontiera preferenziali e sono esortati a sospendere temporaneamente tutte le restrizioni all'accesso alla rete stradale attualmente in vigore nel loro territorio. I valichi di frontiera di tipo preferenziale dovrebbero essere aperti a tutti i veicoli merci, a prescindere dalle merci che trasportano e che attraversano la frontiera, e i controlli, compresi quelli sanitari, non dovrebbero richiedere più di 15 minuti.

Frontiere esterne

Il 16 marzo la Commissione ha proposto restrizioni temporanee ai viaggi non essenziali dei cittadini di paesi terzi, che sono stati approvati all'unanimità dai leader dell'UE il 17 marzo. Tutti gli Stati membri (ad eccezione dell'Irlanda) e gli Stati associati a Schengen applicano attualmente restrizioni di viaggio provenienti da paesi terzi.

La restrizione di viaggio, inizialmente valida per 30 giorni, è stata prolungata al 15 maggio. La restrizione di viaggio non si applica ai cittadini dell'UE e ai cittadini degli Stati membri con famiglia Schengen e ai loro familiari né a quelli con uno status di residenza basato sul diritto dell'UE o nazionale. Inoltre, non dovrebbe applicarsi ai viaggiatori con una funzione o un'esigenza essenziale come operatori sanitari e ricercatori, lavoratori frontalieri, diplomatici, militari o operatori umanitari nell'esercizio delle loro funzioni o persone che necessitano di protezione internazionale o per altri motivi umanitari.

Il 30 marzo la Commissione ha adottato nuovi orientamenti sull'attuazione della restrizione temporanea ai viaggi non essenziali verso l'UE del 16 marzo, sull'agevolazione delle modalità di transito per il rimpatrio dei cittadini dell'UE e sugli effetti sulla politica dei visti. Le linee guida fanno seguito alla dichiarazione congiunta dei membri del Consiglio europeo del 26 marzo 2020, che sottolineava la necessità di intensificare gli sforzi per garantire che i cittadini dell'UE bloccati in paesi terzi siano in grado di tornare a casa se disposti a farlo.

Incremento produzione apparecchiature e materiali medici

La Commissione ha messo a disposizione una serie di guide per aiutare i fabbricanti a incrementare la produzione di apparecchiature mediche e materiali medici essenziali in tre settori: produzione di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale (DPI), detergenti senza risciacquo per le mani e disinfettanti per le mani, e stampa 3D nel contesto della pandemia di coronavirus. I testi mirano inoltre ad aiutare i fabbricanti e le autorità di vigilanza del mercato a garantire che i prodotti siano conformi alle norme di sicurezza del caso e siano efficaci.

La Commissione ha pubblicato delle FAQ e una Guida per i fabbricanti, documenti accessibili dal comunicato stampa del 30 marzo 2020. Ha, inoltre, concordato con l'Organizzazione europea di normalizzazione CEN, di rendere  eccezionalmente a disposizione dei produttori 14 norme a titolo gratuito sui dispositivi medici e sui dispositivi di protezione individuale (apri la pagina Conformità dei prodotti e clicca su "Coronavirus, forniture mediche e dispositivi di protezione" per accedere alle norme).

coronavirus , salute , UE

Ultimo aggiornamento: 18/04/2020 17:47

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