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Parità di trattamento per i lavoratori UE

26 maggio 2011

L'Italia nega ad un professore universitario francese il riconoscimento degli anni di servizio. Grazie all'intervento del SOLVIT l'amministrazione rivede la sua posizione e riconosce l'anzianità pregressa.

E' successo ad un docente francese chiamato in Italia per insegnare all'Università degli Studi di Roma 2 Tor Vergata. Il professore si è visto rigettare dall'università il riconoscimento di undici mesi di insegnamento svolti in Francia. Una decisione che avrebbe comportato una retribuzione più bassa rispetto ai colleghi con la medesima anzianità. Subito ha fatto appello a SOLVIT Francia che ha coinvolto l'ufficio italiano della rete.

Il "ricorso" al SOLVIT del professore francese è più che fondato. L'art. 45 del Trattato dell'Unione Europea assicura la libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'Unione che non può essere condizionata da qualsivoglia "discriminazione, fondata sulla nazionalità". Principio rafforzato dal Regolamento (CEE) n. 1612/68 del Consiglio, del 15 ottobre 1968, relativo alla libera circolazione dei lavoratori all'interno della Comunità che all'articolo 7 afferma: "Il lavoratore cittadino di uno Stato membro non può ricevere sul territorio degli altri Stati membri, a motivo della propria cittadinanza, un trattamento diverso da quello dei lavoratori nazionali per quanto concerne le condizioni di impiego e di lavoro, in particolare in materia di retribuzione, licenziamento, reintegrazione professionale o ricollocamento se disoccupato.

Peraltro, la Corte di Giustizia dell'UE si è già espressa sull'argomento e in un caso (Case C-371/04) che ha coinvolto proprio il nostro Paese, ha ricordato come "uno Stato membro che non tenga conto dell'esperienza professionale e dell'anzianità maturata da un lavoratore comunitario nell'esercizio di analoga attività all'interno della pubblica amministrazione di un altro Stato membro viene meno agli obblighi" sanciti dal Trattato e dal Regolamento.
 
Le considerazioni presentate da SOLVIT Italia hanno indotto l'amministrazione a riesaminare il caso. E tenendo conto anche delle nuove disposizioni introdotte dalla legge 240 del 30 dicembre 2010 (Norme in materia di organizzazione delle università), la richiesta del docente francese è stata pienamente accolta.

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