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Immatricolazione di automobili provenienti da Gibilterra

4 settembre 2009

Le autovetture provenienti da Gibilterra devono pagare i dazi doganali ma non sono soggette ad adempimenti di natura tecnica in sede di immatricolazione in quanto Gibilterra fa parte dell'Unione Europea e, quindi, del mercato interno.

Il caso è stato sollevato da un cittadino di Verona al quale è stato rifiutato il permesso di registrare in Italia il proprio autoveicolo proveniente da Gibilterra. "Per la Motorizzazione di Verona - scrive il cittadino al Solvit - Gibilterra non fa parte dell'Unione Europea e quindi deve effettuare collaudo con visita e prova".

Gibilterra è un territorio d'oltremare del Regno Unito. Quando nel 1973 il Regno Unito entrò a far parte dell'UE, anche Gibilterra ne divenne parte in base all'art. 227 comma 4 (*) del Trattato che istituisce la Comunità economica europea (1957)

Il territorio però non fa parte dell'unione doganale e quindi la gestione fiscale di un automobile proveniente da Gibilterra non segue lo standard comunitario che prevede, ad esempio, l'assenza di dazi alle frontiere interne tra gli Stati membri dell'UE.

Il centro Solvit italiano ha contattato il Ministero dei Trasporti che ha confermato la diversa disciplina che investe il profilo tecnico e il regime fiscale. Sotto il profilo della normativa tecnica, l'autovettura non è soggetta ad alcun adempimento. Dispone infatti di omologazione CE (automobili messe sul mercato dopo il 1° gennaio 1996, motociclette o motocicli messi sul mercato dopo il 17 giugno 1999) e quindi per la sua immatricolazione non è necessaria alcuna revisione. Sotto il profilo fiscale, invece, il cittadino di Verona deve pagare i dazi doganali.

Il caso è stato risolto in tre giorni.


* Art. 227 comma 4 del Trattato che istituisce la Comunità economica europea (1957)

"Le disposizioni del presente Trattato si applicano ai territori europei di cui uno Stato membro assume la rappresentanza nei rapporti con l'estero"

Solvit
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